Abbiamo imparato a conoscere il mondo dello smart working e del lavorare da casa durante l’emergenza Covid. Ma ora cosa rimane di questa modalità di lavoro? Cosa ha studiato, in merito, il Governo?
È in campo una proroga di questa tipologia di lavoro, ma è da specificare che non è per tutti. Vediamo insieme quali sono le ultime novità.
Lo smart working non verrà messo, del tutto, in soffitta. Anzi, il Governo sta pensando ad una sua possibile proroga per determinate categorie di persone. Il lavoro da casa, quello che abbiamo imparato a conoscere e a dover “utilizzare”, dove possibile, nel pieno del periodo dell’emergenza Covid, è un qualcosa che, piano piano, abbandoneremo gradualmente.
Sono ripresi, infatti, tutti i tipi di rapporti e contatti fra le persone, senza alcun tipo più di restrizione e, per questo motivo, il Governo sta pensando però ad una possibile soluzione in merito e, dove necessario, dare la possibilità ad alcune determinate categorie di persone e di lavoratori, di poter ancora usufruire di questi vantaggi lavorativi.
La data di scadenza per il lavoro da remoto è fissata per il prossimo 30 giugno e c’è la possibilità che non venga rinnovato “in maniera generalizzata” così come veniva fatto nel pieno dell’emergenza Covid e come è stato fatto fino ad adesso, da tre anni a questa parte. Nei prossimi mesi, questa modalità di lavoro potrebbe essere accantonata sia per quel che riguarda il settore pubblico che per quello privato, anche per quei lavoratori fragili particolarmente in difficoltà, se dovessero essere contagiati dal Coronavirus.
Per ora, resta attivo solo nel settore privato, dove è rivolto ai genitori di figli fino ai 14 anni. la domanda sorge spontanea: cosa accadrà, quindi, dal 1 luglio? Lo smart working in soffitta per tutti? a quanto pare, il Governo sta studiando delle nuove misure in materia. Partiamo dal ricordare insieme cos’è lo smart working.
Si tratta di una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, che viene stabilita mediante un accordo tra il dipendente e il datore di lavoro. Essa è caratterizzata dall’assenza di vincoli di orari o di spazio, con un’organizzazione del lavoro per cicli e obiettivi. Esso è contenuto nella legge n. 81 del 2017, e pone l’accento proprio sulla flessibilità organizzativa del lavoro stesso.
Ai lavoratori agili viene garantita la parità di trattamento rispetto ai loro colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie. Questo tipo di modalità di lavoro ha visto, nel corso di questi tre anni di Covid, diverse proroghe, fino all’ultima, ovvero quella del limite fissato per il prossimo 30 giugno. Quali sono le ipotesi al vaglio del Governo dal prossimo 1 luglio? Se non vi saranno ulteriori o diversi tipi di intervento dopo la data di scadenza, tutte le categorie che stanno beneficiando dello smart working dovranno tornare a lavorare in presenza.
Ma si apprende che una proroga potrebbe esserci. Il ministero del Lavoro, infatti, a breve sarà chiamato a decidere se prorogare o meno il lavoro da remoto per coloro che sono fragili o che sono genitori con figli under 14. L’ultima proroga in merito la si era avuta a febbraio, prorogata, poi, fino al prossimo mese di giugno. Da lì, nulla più.
Per questo, ora, si spera in una decisione che dia un quadro più chiaro possibile a tutti coloro che, ancora oggi, beneficiano dello smart working.
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