Manca meno di un mese al 15 ottobre, giorno in cui – salvo impresti – terminerà lo stato di emergenza per il coronavirus. Dal giorno successivo, cambieranno anche le regole dello smart working ‘semplificato’, attivo dall’inizio della fase più acuta della pandemia.
Prima di tutto, chi lavora nel privato dovrà firmare un accordo con il proprio datore di lavoro per fissare le modalità di esecuzione della propria prestazione fuori dai locali aziendali e le altre regole decise in accordo con il ‘capo’. Il patto può essere siglato in via generale dal datore di lavoro con le rappresentanze sindacali dell’azienda o con i singoli lavoratori, con i quali, in ogni caso dovranno essere definiti i dettagli, siccome l’accordo è mirato a soddisfare le esigenze dei singoli. Si dovrà dunque decidere quali strumenti usare per lavorare, i tempi di riposo e anche le misure per assicurare il diritto alla disconnessione. L’accordo andrà comunicato al ministero del Lavoro, inviando i documenti attraverso la procedura informatica standard, caricando il file in pdf sul portale dedicato.
Le principali novità riguardano i genitori-lavoratori, che potranno usufruire dello smart working nel caso in cui abbiano figli con meno di 14 anni a casa perché in quarantena. Il ministero del Lavoro, attraverso le Faq pubblicate sul proprio sito, fornisce alcuni chiarimenti sul tema genitori, lavoro e figli e su quello che accadrà dopo il 15 ottobre. Il genitore lavoratore dipendente potrà lavorare in modalità agile per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente, minore di 14 anni, disposta dal dipartimento dell’Azienda sanitaria territoriale competente, a seguito di contatto verificatosi all’interno del plesso scolastico.
Nel caso in cui il lavoro non possa essere svolto in smart working, il genitore può astenersi dal lavoro, per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio. In questo caso, al genitore sarà corrisposto un congedo, indennizzato al 50% della retribuzione a carico dello Stato (ma mancano ancora le ‘istruzioni operative’ Inps). In entrambi i casi, queste nuove modalità possono essere esercitate da uno solo dei genitori, se entrambi lavorano.
La normativa proroga fino al 31 dicembre 2020 il lavoro agile per il 50% dei dipendenti della Pubblica amministrazione con mansioni che possono essere svolte da casa. Per quanto riguarda invece i lavoratori disabili, i datori di lavoro dopo il 15 ottobre possono stipulare degli accordi aziendali con le rappresentanze sindacali aziendali o territoriali per regolamentare l’uso dello smart working, come, ad esempio, dare priorità di accesso ai lavoratori con handicap o a chi assiste familiari in tali condizioni. Naturalmente, anche in presenza di accordo aziendale restano fermi gli obblighi di legge come per gli altri lavoratori, ossia con accordo individuale scritto (inviato al ministero del Lavoro).
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