Il governo sta valutando se sia o meno il caso di prolungare il lavoro agile proprio perché i casi di covid stanno aumentando sempre di più.
Tra le varie ipotesi è prevista una proroga di 3 mesi dello Smart Working sia per le persone fragili che per i genitori che hanno a casa dei minori che non hanno superato i 14 anni di età.
Ipotesi di proroga per lo smart working
Si tratta di una misura aggiunta all’interno del decreto Milleproroghe a cui il governo sta pensando proprio perché i casi di covid stanno aumentando sempre di più.
Una norma che darebbe la possibilità sia i lavoratori fragili che ai genitori con minori al di sotto dei 14 anni di svolgere il lavoro tramite Smart working a patto che l’altro genitore non sia già a casa poiché disoccupato oppure che sta percependo qualche tipo di ammortizzazione sociale.
Un argomento su cui si espresso anche Paolo Zangrillo, il ministro della funzione pubblica, il quale ha dato inizio ad un’interlocuzione insieme ai ministri Schillaci e Calderone.
Rinviare il lavoro fragile potrebbe essere alla base del 2020 in cui si chiarisce che tutti i lavoratori fragili che possiedono una certificazione rilasciata da medici competenti in cui viene attestata una condizione di rischio provocata da un immunodepressione oppure da altri esiti di patologia oncologici, possono svolgere il lavoro in modalità agile.
Il problema nasce nel momento in cui si parla di lavoratori fragili che non possono essere impiegati in mansioni diverse come può essere il lavoro di cassiera o commessa.
Se durante le prime settimane della pandemia l’assenza da questo tipo di lavoro veniva paragonata al ricovero ospedaliero, attualmente tale misura non è stata prorogata nemmeno con il decreto aiuti bis.
La segretaria con federale della UIL afferma di essere a favore della proroga.
Ancora Smart Working anche nel 2023
Questa nuova proroga potrebbe quindi riguardare anche l’accesso al lavoro agile per tutti i genitori che hanno dei figli con un’età inferiore ai 14 anni.
Questo ultimo infatti avrà la possibilità di svolgere la prestazione di lavoro utilizzando la modalità agile a patto che, all’interno del nucleo familiare, non sia presente un altro genitore che benefici di uno strumento di sostegno oppure che sia disoccupato.
In tal caso, il lavoro che sia pubblico o privato per il genitore occupato, non potranno richiedere di trasformare il proprio lavoro in Smart.
Un esempio dato dal fatto che una commessa oppure un’infermiera che è a casa ed ha dei figli al di sotto di 14 anni non ha la possibilità di richiedere dal datore di lavoro di utilizzare la modalità agile.
Nel momento in cui invece si parla di semplificazione delle comunicazioni, la proroga potrebbe essere ancora fattibile per tutte le aziende.
Per il momento ancora non è ben chiaro se le aziende potranno prendere la decisione unilaterale per quanto riguarda il lavoro in Smart per i lavoratori.
È possibile invece che la proroga non vada ad intervenire che quindi, da gennaio 2023, sia obbligatorio procedere ad un accordo individuale per il lavoro agile.