Lavorare da casa, in smart working, in tempo di emergenza sanitaria da Coronavirus, non è l’unica opzione da tenere in considerazione. Nel borgo di Santa Fiora, in provincia di Grosseto, grazie all’arrivo della banda ultralarga, è possibile continuare a dedicarsi alla propria attività professionale in un contesto completamente immerso nella natura.
Il Comune infatti ha disposto un bando per i lavoratori con una dotazione finanziaria di 30mila euro, che copre fino al 50% dell’affitto, per chi desidera vivere nel primo “smart working village” d’Italia.
Smart working village, il bando
Il bando prevede l’erogazione di un voucher per coloro che prenderanno casa, per almeno due mesi, nel territorio comunale di Santa Fiora. Gli incentivi erogati coprono le spese sostenute dal lavoratore per l’affitto, per una somma mensile non superiore ai 200 euro. Il soggiorno nel borgo però non deve superare i sei mesi, eccezion fatta per eventuali proroghe disposte dall’amministrazione comunale.
“L’esperienza del Covid-19 ci ha costretto a rivedere l’organizzazione del lavoro sperimentando su larga scala lo smart working”, ha spiegato il sindaco di Santa Fiora, Federico Balocchi. “Alcune strutture turistiche d’Italia hanno colto questa opportunità con un’offerta su misura per il lavoratore che cerca un ambiente rilassante, al mare o in montagna”, sono state le sue parole.
“Nel caso di Santa Fiora è un intero comune che si propone come smart working village. Santa Fiora – ha spiegato il primo cittadino – ha le caratteristiche per accogliere al meglio questi lavoratori con le loro famiglie in un progetto di lavoro agile, grazie alla banda ultralarga, che consente connessioni internet veloci con le stesse prestazioni delle grandi città”.
Smart working village, a chi si rivolge il bando
Possono usufruire dell’iniziativa i dipendenti pubblici e privati e i lavoratori autonomi. Tutti gli interessati dovranno compilare, entro il 31 dicembre 2020, l’apposito modulo che si può trovare sul sito del Comune, insieme a tutta la documentazione prevista e all’autorizzazione a svolgere il lavoro da remoto da parte del datore di lavoro.
La crisi originata dal Coronavirus ha colpito in gran parte il settore turistico, mettendo in difficoltà Comuni e paesi in cui l’affitto breve è da anni un aspetto fondamentale per l’economia. Il progetto di Santa Fiora cerca di unire l’esigenza di rinnovare l’offerta turistica a quelle che sono le attuali necessità per i lavoratori.
“Crediamo che il lavoro da remoto non sia solo una soluzione temporanea per affrontare l’emergenza, ma possa rappresentare il futuro, almeno per certe professioni – ha detto ancora il sindaco – mettendo in modo intelligente la persona nella condizione di operare al meglio per la propria azienda e al tempo stesso di essere felice, senza dimenticare che stare bene significa anche essere più produttivi”.