Il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo afferma che lo smart working non ha più ragione di essere. Non per i genitori con minori di 14 anni.
Dal 30 giugno i genitori con figli minori di 14 anni non avranno più accesso alla possibilità di lavorare in smart working.
Questa opzione sarà estesa solo ai dipendenti privati con condizioni fragili. In un’intervista a Il Messaggero, il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha confermato questa decisione. Poi ha espresso il suo sostegno allo smart working come strumento importante.
Il ministro ha dichiarato inoltre di non vedere ragioni per cui tale opzione non possa essere attuata nel settore della Pubblica Amministrazione.
“Per evitare l’idea sbagliata che lo smart working equivalga a una vacanza parziale, è necessaria una revisione culturale e organizzativa per garantire che sia pienamente funzionante senza compromettere i servizi forniti al pubblico e alle imprese”, afferma il ministro.
Inoltre, Zangrillo osserva che “mentre la pandemia è finita e non c’è più un bisogno urgente di assistere i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni, è importante attuare modifiche per facilitare meglio lo smart working”.
Il termine “Smart Working” è spesso definito come “lavoro intelligente” in italiano. Tuttavia, secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità lavorativa unica che si caratterizza per l’assenza di vincoli di tempo e di spazio.
Questo metodo viene eseguito attraverso la definizione di fasi, cicli e obiettivi concordati sia dal datore di lavoro che dal dipendente.
Serve come modalità che consente ai lavoratori di bilanciare il loro lavoro e la vita personale, migliorando contemporaneamente la loro produttività.
La definizione di Smart Working a livello normativo è delineata nella Legge 22 maggio 2017, n.81.
La definizione è incentrata sull’importanza della flessibilità organizzativa, della partecipazione volontaria delle parti alla sottoscrizione dell’accordo individuale. E poi dell’utilizzo di strumenti tecnologici per abilitare il lavoro da remoto, quali laptop, tablet e smartphone.
Secondo Emanuele Madini, Associate Partner di P4I-Partners4Innovation ed esperto di Smart Working e HR Transformation, lo Smart Working è un modello di organizzazione che modifica il rapporto tra individuo e azienda.
Il suo obiettivo è incoraggiare l’autogoverno nei metodi di lavoro, al fine di ottenere risultati.
Presuppone una rivalutazione “intelligente” delle pratiche di lavoro, anche all’interno dell’azienda. Si dovrebbero superare i limiti e i modelli obsoleti legati alle postazioni fisse, agli open space e ai singoli uffici. Questi per la maggior parte sono incompatibili con i valori della personalizzazione, della flessibilità e della virtualità.
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