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Categories: Lifestyle

Per favore, smettetela di chiedere alle donne: “Quando fai un figlio?”

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Cookie Studio/Shutterstock.com[/didascalia]

“Quando lo fai un figlio?” questa frase viene ripetuta, nei migliore dei casi, almeno una volta a settimana a tutte le donne, partner dotate o meno, con un’età compresa tra i 30 e i 38 anni o più. Beh, nel caso non lo sapeste: questa è la frase peggiore che possa essere rivolta a una donna.

Se la prima volta sorridi e provi un po’ di imbarazzo, la seconda magari cerchi di cambiare discorso, dalla terza in poi diventa una vera e propria spada di Damocle sulla testa. Una domanda che pesa, che a volte porta dolore e, troppo spesso, invade la privacy altrui senza se e senza ma.

Il gender gap si vede anche da questo

In Italia, specialmente, il gender gap è uno dei temi più chiacchierati e discussi degli ultimi tempi. Le discriminazioni tra uomini e donne sono ormai all’ordine del giorno e, per quanto possa stupire, non avvengono solo nel mondo del lavoro, ma anche nella vita di tutti giorni.

Avete mai sentito rivolgere questa domanda e con la stessa insistenza a un uomo? Una cosa più unica che rara. Per qualche strana ragione, noi donne del 2018, possiamo scrivere libri, viaggiare per il mondo, vincere il nobel, dimostrare di essere alla pari – e a volte migliori – degli uomini ma rimaniamo sempre e comunque delle ‘macchine sforna bambini’.

E, comunque, se a un uomo non chiedereste mai quanto guadagna perché vi sentiti in diritto di conoscere cosa succede nell’utero di una donna?

Una domanda che ferisce, specialmente per chi non sa

Oltre a essere una domanda che ci pone davanti all’ennesima differenza tra uomini e donne, chiedere a una donna quando deciderà di mettere al mondo un figlio può aprire ferite gigantesche.

Già perché i figli, che si possono volere con tutto il cuore e con tutte le forze, a volte non arrivano. Non arrivano perché non è il momento giusto. Non arrivano perché il fisico, di lui o di lei, si ribella. Non arrivano perché la paura di un mondo senza tutele e senza aiuti è troppo grande. Non arrivano perché più ci si pensa, più diventa difficile. Non arrivano perché non possiamo controllare sempre tutto.

L’istinto materno non esiste

Smettiamola, anzi, smettetela di chiedere alle donne quando faranno un figlio nascondendovi dietro alla leggenda metropolitana dell’istinto materno: le donne non l’hanno nel sangue, non è una componente del DNA, non ci viene instillato nel cervello alla nascita.

No, le donne non sono “naturalmente predisposte” per fare figli, accudirli e crescerli nel modo giusto. L’istinto materno è un’imposizione socio-culturale che nasce alla fine del 700: fino a quel momento i bambini venivano letteralmente abbandonati alle balie che li crescevano forti e vigorosi. Ma questo, per chi non lo sapesse, si chiamava lavoro.

Gaia Magenis

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