Smog, allarme Oms: metà della popolazione mondiale a rischio

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L’Oms lancia un allarme smog mondiale: secondo l’ultimo rapporto effettuato, la metà della popolazione che risiede nelle 1600 città monitorale dall’Organizzazione mondiale della Sanità in 91 Paesi, è esposta a una dose di inquinamento dell’aria due volte superiore rispetto ai livelli raccomandati, in alcuni casi persino di più. Solo il 12 per cento vive invece al di sotto degli standard consigliati, a dimostrazione che i governi internazionali, a dispetto dei ripetuti allarmi dell’Oms, sono ancora in forte ritardo sulle politiche per contenere l’inquinamento atmosferico. Anzi dal rapporto emerge un dato inquietante: la situazione sta addirittura peggiorando.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, questo aumento dei livelli di smog è dovuto ad una molteplicità di fattori, come la dipendenza dai combustibili fossili, la presenza di centrali elettriche a carbone, l’utilizzo ancora troppo prevalente di veicoli a motore per il trasporto privato, un sostanziale ritardo nell’applicazione delle energie rinnovabili per spostarsi, cucinare, riscaldarsi o qualsiasi altra attività che richieda l’impiego di sostanze inquinanti. Tuttavia l’Oms sottolinea anche come alcune città stiano facendo notevoli miglioramenti da questo punto di vista, e le tecnologie nel campo delle rinnovabili diventano sempre più sofisticate ed adatte ai vari scopi, combinando efficacia energetica ed efficienza ambientale, come dimostrano anche gli stand esposti alla fiera Solarexpo in questi giorni a Milano. Inevitabilmente la vertiginosa crescita economica di Paesi come la Cina, l’India o la Turchia, solo per sottolinearne alcuni, ha comportato un aumento globale dei livelli di smog di pari passo con la rapida industrializzazione.

I rischi per la salute globale sono elevati, come dimostrano impietosamente i numeri del rapporto Oms: nell’anno 2012 quasi 4 milioni di morti, 3,7 per la precisione, sono dovuti alle conseguenze dell’inquinamento dell’aria, e parliamo di persone con età inferiore ai 60 anni. Alta concentrazione di smog e particolato fine sono associate dagli esperti all’aumento di decessi per patologie cardiovascolari e polmonari, dagli ictus fino ai tumori: ‘Possiamo vincere la lotta contro l’inquinamento atmosferico e ridurre il numero di persone affette da malattie respiratorie e cardiache, così come il cancro ai polmoni. Le politiche e le strategie efficaci sono ben chiare, ma devono essere attuate su scala sufficientemente ampia‘, spiega Maria Neira, direttore dell’Oms per la Salute pubblica e l’ambiente. Qualche città da questo punto di vista sta già attuando strategie che hanno migliorato sensibilmente la qualità dell’aria, ad esempio Copenaghen e Bogotà, promuovendo il trasporto attivo attraverso politiche che favoriscono la costituzione di reti stradali dedicate al trasporto pubblico urbano, ai percorsi a piedi e in bicicletta. Ma se non vogliamo che il numero di decessi continui ad aumentare, sarà necessario invertire la rotta al più presto in tutto il mondo.

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