Il fumo di sigarette (e simili) è da tempo noto come una grave minaccia alla salute dei fumatori attivi, ma anche di quelli passivi. A questo si aggiunge il fatto che il fumo contribuisce in maniera significativa ad aumentare l’inquinamento dell’aria, soprattutto nelle grandi città. È proprio da queste esigenze che nasce il concetto di città smoke free.
Tale iniziativa consiste nel vietare il fumo in buona parte delle aree pubbliche e limitarlo solo a determinate aree fumatori. In Italia, come in gran parte d’Europa e del Mondo, è da tempo vietato fumare all’interno di locali pubblici, scuole e ospedali. In diverse città si sta però pensando di ampliare i divieti anche a gran parte del suolo pubblico in generale. Diverse metropoli mondiali, come New York e Tokyo, hanno già da tempo intrapreso questa strada e anche alcuni Comuni italiani stanno cominciando a muoversi seguendo il loro esempio.
Da New York a Tokyo: dove lo smoke free è già realtà
Due delle più grandi città del mondo fanno da esempio per la lotta al fumo negli spazi pubblici. A New York già dal 2011 il divieto di fumo vale in parchi, stadi, piscine, piazze pedonali e spiagge. Inoltre non si può fumare davanti alle scuole, alle strutture sanitarie e, in generale, a meno di 30 metri dall’ingresso dei palazzi. Insomma, il divieto di fumare per strada è quasi totale e i fumatori devono fare grande attenzione per non incappare in multe salate. Anche a Tokyo, e in alcune altre grandi città del Giappone, è completamente vietato fumare per strada. L’unica eccezione è per le piccole zone fumatori allestite appositamente. Queste si trovano spesso in strade laterali e sono delimitate da pannelli che le fanno assomigliare a vere e proprie gabbie. Tale conformazione spesso induce anche i fumatori più incalliti a desistere dall’accendersi una sigaretta. Tuttavia in Giappone è ancora possibile fumare al chiuso in molti bar e ristoranti, fatto estremamente contraddittorio. La Svezia invece, dove il tasso di fumatori è stimato intorno al 10%, punta a diventare il primo Paese interamente smoke free entro il 2025. Dal 2019 è già vietato fumare anche nei ristoranti all’aperto, oltre che in stazioni, banchine di bus e treni, parchi giochi. Tali misure sono dunque destinate ad aumentare nei prossimi anni.
Smoke free in Italia: i progetti di Milano e Venezia e l’esempio di San Lazzaro.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha lanciato la sua battaglia anti-fumo legandola al tema dell’inquinamento. Nella città lombarda sono già state prese misure del genere in alcuni luoghi specifici. Ad esempio all’Università degli Studi di Milano, dove le sigarette elettroniche sono vietate anche negli spazi esterni. Ma entro aprile il divieto varrà per tutti i tipi di sigarette. Ai fumatori saranno destinate alcune aree riservate. Soluzione analoga all’Università Bicocca, dove sono state create “isole” per fumatori lontane dagli ingressi dell’ateneo. L’idea del sindaco, inserita nel cosiddetto Piano Aria, è inizialmente quella di vietare il fumo alle fermate dei mezzi pubblici e in tutte le zone dove si formano code (ad esempio all’esterno dei musei). Tuttavia l’idea è quella di arrivare ad avere un città completamente smoke free entro il 2030. Un’idea simile è stata proposta anche dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Il primo cittadino del capoluogo veneto vorrebbe cominciare vietando il fumo nelle aree a più alta densità turistica, come Rialto e piazza San Marco, per poi estendere l’area smoke free. Venezia si è già dimostrata sensibile alle tematiche ambientali ad esempio mettendo al bando la plastica dai locali pubblici a partire dal 2021.
Per due grandi città che stanno cominciando a varare iniziative anti-fumo, ce n’è una più piccola in cui tutto questo è già realtà. Si tratta di San Lazzaro di Savena, cittadina di circa 30mila abitanti in provincia di Bologna. Qui, già dal 2013, il Comune ha emanato un’ordinanza che vieta di :”fumare nei parchi giochi comunali, nei cortili delle scuole e degli asili nido, negli spazi pertinenziali degli edifici pubblici e delle strutture sanitarie, nei gazebo, nei dehors di bar, ristoranti ed altri esercizi, ad una distanza inferiore ai due metri dalle soglie degli esercizi commerciali, dei locali pubblici, degli ambulatori pubblici e privati, sotto le pensiline delle fermate degli autobus”. Inoltre, per aiutare i cittadini ad adeguarsi, nel 2017 il Comune ha lanciato corsi gratuiti per smettere di fumare tramite il centro antifumo dell’Asl di Bologna.