Le autorità hanno assegnato a due navi umanitarie il porto di Ancona, destinazione che prevede quattro giorni di navigazione.
La situazione dei migranti sta diventano insostenibile per le Ong, che dopo il decreto che regolarizza i salvataggi in mare, sono costrette ad adeguarsi all’assegnazione di un porto sicuro anche molto lontano da dove si trova l’imbarcazione.
Lunghi percorsi per le navi Ong
È notizia di poco fa quella relativa all’assegnazione del porto di Ancora per due navi umanitarie cariche di migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale. Sembrerebbe una buona notizia, se non per la distanza.
Le navi infatti dovranno effettuare una navigazione di circa 4 giorni per raggiungere questo porto, con un meteo che nelle prossime ore peggiorerà.
Le imbarcazioni in questione sono la Ocean Viking e la Geo Barents.
La prima ha salvato 37 migranti che si trovavano al largo della Libia, a bordo di un gommone sovraccarico. Sos Mediterranée ha fatto sapere che le persone salvate hanno gravi intossicazioni e ustioni da carburante e così è arrivata l’assegnazione del porto di Ancona ma subito sono nate le polemiche.
Tale porto infatti si trova a 1,575 chilometri dall’area dove si trova la nave e ci vorranno giorni di navigazione esponendo i naufraghi, già molto provati, a gravi pericoli dati dai forti venti e mare agitato, condizioni previste nelle prossime ore.
Il viaggio non sembra avere senso logico se non quello di tenere lontano dalla zona di ricerca e soccorso, le navi delle Ong.
Come dicevamo c’è anche un’altra nave che ha ricevuto lo stesso porto dalla autorità italiane, ovvero la Geo Barents di Medici Senza Frontiere. Questa ha soccorso un gommone con 73 persone a bordo, fra cui molti minori.
I sopravvissuti stanno bene e sono assistiti dal personale dell’Ong, tuttavia anche in questo caso il viaggio per raggiungere il porto sarà molto lungo e pericoloso.
Rivolgendosi al Viminale, Msf ha ricordato che in base alle leggi internazionali marittime, l’Italia dovrebbe assegnare il luogo più sicuro e più vicino, inoltre questo gesto avrebbe un impatto positivo sulla salute, anche mentale, dei migranti.
“chiediamo un luogo vicino che tenga in considerazione della nostra posizione”
questa la richiesta ma ancora in ministero dell’Interno non ha replicato.
Il decreto
Va ricordato che le navi Ong hanno salvato solo il 12% dei migranti approdati in Italia durante lo scorso anno, tutti gli altri vengono soccorsi dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza e trasportati nei porti più vicini.
Questo è lo stesso trattamento che chiedono le Ong, criticando fortemente anche il decreto che regola i loro interventi in mare, proprio Medici Senza Frontiere infatti aveva fatto sapere recentemente che i costi per l’aspetto legale della questione superavano quelli dei soccorsi.
Il decreto prevede che alle navi possa essere assegnato qualsiasi porto, inoltre il salvataggio deve essere comunicato subito e una volta ricevuta la destinazione, bisogna navigare senza accogliere a bordo altre persone provenienti da diverse imbarcazioni umanitarie, né salvate durante il tragitto.
Tutto ciò viene regolato da pesanti sanzioni verso il capitano e l’equipaggio, che possono arrivare a seconda della gravità del reato, anche al fermo amministrativo della nave e alla confisca.
In merito a quello che si è verificato oggi, alcuni quotidiani hanno fornito un’interessante lettura. Sembra infatti che nelle ultime settimane tutte le navi che hanno soccorso i migranti siano state inviate in Comuni amministrati dal Pd.
Un piano preciso guidato da Piantedosi o una coincidenza? Il leghista si incontrerà con il sindaco di Lampedusa e il capo della Polizia per discutere in un comitato provinciale sull’ordine e la sicurezza pubblica sugli sbarchi.