Oggi è stato condannato Jaime Moises Rodriguez Diaz, il manager 42enne che 1 anno fa uccise la moglie e aggredì il figlio.
Dopo aver soffocato la donna, l’uomo cercò di uccidere anche il figlio 18enne ma non ci riuscì. Sebbene il pm aveva chiesto il massimo della pena, il messicano è stato condannato a 27 anni di reclusione.
Ci troviamo ad Arese, in provincia di Milano, dove l’imprenditore messicano Jaime Moises Rodriguez Diaz ha ucciso la moglie nel 2021 e ha tentato di strangolare anche il figlio maggiore. La coppia aveva 3 figli che in seguito a questo violento episodio sono stati assegnati a una casa famiglia.
Nella notte fra il 19 e il 20 giugno di un anno fa, l’uomo uccise la moglie soffocandola e con rabbia si recò dal figlio addormentato, stringendogli una cintura al collo per fargli fare la medesima fine. Il ragazzo svenne e così Jaime Moises Rodriguez Diaz si recò in bagno tagliandosi maldestramente le braccia in un maldestro tentativo di harakiri.
La scena che si trovarono davanti i Carabinieri al loro arrivo poco dopo le 8 era davvero orribile: Silvia Susana Villegas Guzman giaceva senza vita nel letto matrimoniale e il 18enne, che nel frattempo si era ripreso, era fortemente scioccato.
Ad aprire la porta fu lo stesso killer, ancora imbrattato del sangue causato dalle ferite che si era inferto.
Quella che poteva essere la potenziale seconda vittima si è trasformata nel testimone chiave della vicenda e ancora tremante di paura riferì alle forze dell’ordine che mentre era ancora in dormiveglia il padre gli si era avvicinato e aveva tentato di ucciderlo.
Confortato e assistito dai soccorritori del 118, il 18enne venne accompagnato in ospedale per accertamenti e vennero presi in custodia anche gli altri due figli della coppia messicana.
L’uomo venne portato a San Vittore in attesa di processo e davanti al pm Giovanna Tarzia non disse una parola.
Nell’appartamento di una elegante palazzina ad Arese si consumò un omicidio cruento poco prima dell’alba, momento in cui i familiari dell’uomo dormivano e non hanno avuto il tempo di reagire alla sua furia.
Il dipendente Nestlè con uno stipendio molto più che dignitoso, si era trasferito ad Arese con la sua famiglia da poco più di un mese ma le liti erano frequenti fra i coniugi, come riferirono i vicini di casa.
Il movente delle diverse scenate era la gelosia del 41enne, che sospettava dell’infedeltà della moglie anche se non c’erano prove di questo fatto.
Così quella sera di giugno del 2021, dopo l’ennesimo tentativo di Jaime Moises Rodriguez Diaz di leggere i messaggi che la moglie aveva sul telefono, tutta la famiglia era andata a letto dopo cena, prima del più tragico dei risvegli.
L’allarme è stato dato dai figli più piccoli della coppia, che visto cosa era accaduto hanno urlato e attirato l’attenzione del vicinato.
Arriviamo quindi alla giornata odierna, in cui il manager messicano che oggi ha 42 anni, è stato condannato a 27 anni di reclusione per l’omicidio della moglie e il tentato omicidio del figlio.
La corte d’assise di Milano ha riconosciuto all’uomo alcune attenuanti e nonostante la pm Tarzia aveva richiesto l’ergastolo e sei mesi di isolamento diurno, la pena è stata leggermente ridotta.
I giudici hanno anche deciso per 5 anni di libertà vigilata dopo il termine della pena e un risarcimento per i figli quantificato fra 100mila e 200mila euro a testa.
Anche loro hanno descritto il padre come un uomo violento, fin da quando abitavano ancora in Messico.
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