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Abbiamo conosciuto Danielle Jacobs lo scorso giugno 2015, dopo che la ragazza affetta dalla sindrome di Asperger aveva diffuso in rete un video che la riprendeva insieme al suo cane, un rottweiler-angelo custode che la proteggeva durante una crisi autolesionista. La ragazza è stata uccisa a Mesa, in Arizona, dalla polizia che era entrata nel suo appartamento in seguito a una chiamata per un tentativo di suicidio.
La giovane aveva deciso di mettere online il video per aiutare tutti a capire cosa accade a chi soffre della sindrome di Asperger, una diffusa forma di autismo. Il video e la sua storia hanno fatto il giro del mondo, e nonostante abbia ricevuto molte critiche e altri inevitabili insulti dagli ‘anonimi del web’, il toccante racconto della ragazza aveva commosso davvero milioni di persone. Ora Danielle non c’è più. E’ stata uccisa da alcuni agenti della polizia che erano intervenuti (paradossalmente) per salvarla da un presunto tentativo di suicidio.
Gli agenti hanno spiegato di essere stati costretti ad aprire il fuoco, di aver agito per legittima difesa, perché la ventiquattrenne aveva un coltello in mano e avrebbe provato a ferirli con l’arma. La donna però, durante le crisi di cui soffriva, non aveva mai rivolto violenza verso altri, ma solo verso se stessa. La tragedia è accaduta intorno alle 11.00 del mattino di giovedì 4 febbraio, e la conferma sull’orario è giunta anche dalla madre della giovane, la signora Stacia, che però ha anche raccontato di non immaginare che una cosa del genere potesse accadere.
Non solo aveva parlato con sua figlia nelle ore precedenti l’omicidio, e le era sembrata serena, ma ha anche sostenuto che uccidere la figlia non era necessario: ”Prima dell’arrivo della polizia mia figlia non era una minaccia per la comunità, né per gli agenti. La polizia è entrata in casa sua, e sapevano le sue esigenze particolari, ne erano a conoscenza dal momento che avevano già una certa familiarità con lei”. La donna ha concluso amaramente: ”Hanno sparato e ucciso una ragazza di 24 anni autistica, affetta da una malattia mentale di cui erano a conoscenza”.
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