Il solstizio d’estate è il giorno più lungo dell’anno e la luce durerà 15 ore. Spesso, come in quest’anno, cade il 21 giugno.
Precisamente, saremo astronomicamente dentro l’estate alle ore 16.58 di domani in Italia ma la data dell’evento che chiude la primavera non è sempre la medesima e dipende da diversi fattori. Cosa accade esattamente durante questo giorno?
Circa alle ore 17 in Italia, domani entreremo ufficialmente nell’estate a livello astronomico con il solstizio, ovvero il momento esatto che nell’emisfero boreale determina la chiusura della stagione primaverile.
Sebbene si pensi che tale fenomeno accada sempre il 21 giugno, la data è in realtà leggermente variabile e potrebbe succedere il 20, come è previsto per l’anno prossimo, come il 22.
Il termine solstizio viene dall’unione di due parole latine che vengono tradotte nella nostra lingua come “sole fermo”, in effetti durante questa giornata il sole rallenta il suo movimento sulla volta celeste – l’eclittica – fino a sembrare che sia immobile nel cielo. Questo raggiunge la sua massima altezza sull’orizzonte in virtù dell’inclinazione dell’asse terrestre, che determina quindi la durata massima del soleggiamento. Il 21 giugno, data del solstizio, ci saranno poco più di 15 ore di luce e di conseguenza la notte più breve dell’anno.
L’alba è prevista alle 5.36 e il tramonto alle 20.51 ma come mai la data è variabile per questo evento? Le variazioni sono determinate dalla lunghezza dell’anno siderale, leggermente maggiore di quella del calendario gregoriano. A causa di questa discrepanza quindi il solstizio d’estate ma anche quello d’inverno e gli equinozi, si verificano di volta in volta con 6 ore di ritardo spostandosi eventualmente anche di data. Per questa ragione è stato introdotto l’anno bisestile, che ogni 4 anni ha il ruolo di effettuare “aggiustamenti”.
L’estate meteorologica è iniziata dal primo giugno come di consueto ma da domani entrerà ufficialmente, con giornate che mano mano tenderanno ad accorciarsi. Nell’emisfero boreale il solstizio di domani sancisce il passaggio verso l’estate, invece nell’emisfero opposto, quello australe, si verifica il passaggio all’inverno.
A scandire questi passaggi non sono dei giorni specifici ma dei fenomeni legati ai moti della Terra intorno al Sole e all’inclinazione dell’asse terrestre, che è piegato di 23,5 gradi. Durante il solstizio estivo l’emisfero boreale riceve una quantità di luce tale da essere la maggiore durante tutto l’anno.
Il caldo estivo invece non è legato alla vicinanza del pianeta al Sole ma all’incidenza dei raggi solari che viene influenzata proprio dall’inclinazione dell’asse. A giugno il Sole raggiunge il Tropico del Cancro, che è la latitudine più settentrionale, poi si sposta man mano e così le giornate iniziano a ridursi progressivamente fin quando arriveremo all’equinozio di autunno, che quest’anno cade il 23 settembre, quando il giorno e la notte hanno eguale durata. Assisteremo poi a giornate man mano più corte e arriveremo a osservare il Sole tramontare appena alle 17 se non prima.
Da sempre in tutto il mondo l’evento di domani assume un valore simbolico del cambiamento e di un nuovo inizio della natura. Il solstizio estivo viene celebrato con feste e tradizioni che provengono dal passato.
Cerimonie, feste pagane, danze e falò accompagnano il giorno più lungo dell’anno. Durante questi eventi le persone si connettono spiritualmente a madre natura traendo energia vitale dal Sole e accogliendo il solstizio come una buona influenza sulla fertilità della terra e l’abbondanza dei raccolti.
Per rappresentare queste celebrazioni diffuse in tutto il mondo a carattere diverso, il fuoco è il simbolo più usato. In alcuni Paesi poi sono ancora in voga feste antiche in cui le persone si tengono per mano danzando in modo da riprodurre il movimento a spirale del Sole.
Si tratta di un aspetto affascinante legato al solstizio d’estate e molte celebrazioni provengono dal passato, infatti nel corso dei secoli antiche civiltà hanno festeggiato il passaggio fra le diverse stagioni, come gli Egizi, le civiltà precolombiane in America Latina, gli indiani e molti altri popoli.
Il solstizio ha assunto un significato importante anche all’interno delle religioni, in quella cristiana ad esempio coincide con la nascita di San Giovanni Battista, nelle tradizioni pagane invece si aspetta l’evento per bere fluidi a base di erbe naturali per godere di una buona salute durante tutto l’anno.
Un passaggio che insomma è molto di più rispetto a un semplice evento astronomico, è simbolo infatti di buone cose e di rinascita. In generale, la data del solstizio è sempre stata presa come riferimento temporale per seminare i campi ma anche per unirsi in matrimonio.
Simbolo che immediatamente ci viene in mente è Stonehenge, il famoso sito neolitico che si trova in Inghilterra, formato da colossal pietre dispose in modo circolare, conosciute come megaliti. Al di sopra ci sono delle architravi orizzontali. Gli esperti ipotizzano che Stonehenge, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, rappresenti un antico osservatorio astronomico.
Oltre che meta attrattiva per tantissimi turisti ogni anno, è un luogo di pellegrinaggio per i seguaci del celtismo, della wicca e di altre religioni pagane. In passato fu anche teatro di festival musicali e tante celebrazioni legate sempre ad equinozi e solstizi.
Possiamo definirlo come un antico calendario in pietra risalente al 2500 a.C., costruito proprio per determinare la data del solstizio d’estate in base alla cadenza dei raggi solari e alla quantità di luce che colpisce il sito. Il luogo è carico di suggestioni e leggende, per questo motivo è tradizione che centinaia di visitatori si riuniscano qui per radunarsi intorno a un grande falò e vedere l’alba nella giornata di domani.
Il solstizio però è celebrato anche in altre parti del mondo, in Svezia ad esempio si balla intorno agli alberi, nei Paesi nordici come Danimarca e Norvegia vengono accesi falò per scacciare l’oscurità e si bruciano streghe di paglia per scacciare la sfortuna, in Islanda vengono organizzati festival musicali.
Ancora, in Lettonia, Estonia, Croazia e Lituania si usa saltare sopra i fuochi tenuti accesi contro gli spiriti maligni mentre in Bulgaria si danza direttamente sui tizzoni ardenti.
In Portogallo si adornano le strade di palloncini colorati, in Brasile viene addirittura indetta una gara fra regioni su chi organizzi i festeggiamenti migliori. Anche negli Stati Uniti si festeggia in diversi modi: dai raduni di yoga alle parate in strada, fino alle celebrazioni tradizionali in cui si lancia terra rossa nei falò per esaudire desideri.
In Italia quella che è conosciuta come la notte di San Giovanni, perché appunto il solstizio è indicato come il giorno della sua nascita, viene celebrata in diversi modi. In primis il classico falò che ricorre in quasi tutte le cerimonie del mondo, poi c’è la raccolta delle erbe di stagione come l’iperico, la lavanda, la malva, la mentuccia, la salvia, il prezzemolo, l’artemisia e il rosmarino per creare un mazzetto contro il malocchio.
Si usa anche bere rugiada per purificarsi, mettere della felce nel taschino per attirare la ricchezza e mangiare lumache per estirpare il malocchio.
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