Il giorno dopo che, a sorpresa, Elly Schlein è diventata la segretaria del Partito democratico, battendo il suo ex numero uno, Stefano Bonaccini, che pure era avanti nelle proiezioni e persino nei circoli, lo schieramento del Nazareno cresce e si porta a un soffio dal MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte. La stessa percentuale di crescita dei dem, per altro, registra un segno meno per la Lega di Matteo Salvini, ma anche Fratelli d’Italia della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, perde qualcosa per i sondaggi di Swg per il tg di La7.
Nelle compagini della maggioranza di centrodestra, gli unici a crescere sono i forzisti di Silvio Berlusconi, che si avvicinano (anche loro) al terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, ancora in perdita secondo le rilevazioni effettuate dall’istituto di statistica. Ad aumentare i consensi c’è poi l’alleanza Verdi e Sinistra, che guadagna quasi mezzo punto percentuale in una settimana. Diminuisce del 3% l’astensionismo.
Più di un milione di persone, di aventi diritto al voto per la precisione, domenica si sono recate nei gazebo per esprimere la loro preferenza sul segretario del Partito democratico. A differenza di quanto si diceva nei sondaggi, e ancora più all’interno dei circoli dem, ad avere la meglio è stata Elly Schlein, che ha raccolto molti più consensi di Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia Romagna.
Se questo avrà un peso significativo nello scacchiere nazionale si vedrà molto meglio la settimana prossima, quando il dato sarà assodato, e si inizierà a capire in che direzione vuole andare la deputata. Ecco, nonostante ciò, anche questa settimana, secondo le rilevazioni di Swg per il tg di La7, lo schieramento del Nazareno cresce, e lo fa molto più degli altri, che un po’ perdono, un po’ rimangono uguali a sé stessi. Dal 20 febbraio al 27, il Pd ha guadagnato lo 0,6% ed è tornato a quota 16,4%, a poche lunghezze di distanza dal MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte, che dopo aver perso qualcosa, rimane stabile al 17%.
Che i due schieramenti siano, ora, molto vicini avrà un peso non irrilevante nella scelta di proseguire da soli oppure di andare a braccetto per provare a battere la coalizione di centrodestra, che questa settimana, nel complesso, è arretrata dello 0,7%. Il partito della prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, Giorgia Meloni, quindi Fratelli d’Italia, ha ceduto dal 20 febbraio lo 0,3% e, pur rimanendo la prima forza, è adesso fotografato al 30,7% dei consensi. Uno smacco non da poco considerato che la settimana scorsa si era aperta con la premier in visita in Polonia e poi in Ucraina per ribadire la vicinanza del nostro Paese a quello di Volodymyr Zelensky, invaso ormai più di un anno fa dalle truppe russe di Vladimir Putin.
La perdita più grande, però, si è registrata per la Lega di Matteo Salvini. Dopo settimane di altalena, in cui ci si era comunque avvicinati alla doppia cifra, il partito di via Bellerio ha perso lo 0,6% dei potenziali voti, tornando sotto il 9% e quindi all’8,7%. L’unico a fare bene è lo schieramento di Silvio Berlusconi, Forza Italia, che pure da settimane è nell’occhio del ciclone (specialmente del Partito popolare europeo di cui fa parte) per le parole poco carine nei confronti del presidente ucraino. Rispetto al 20 febbraio, gli azzurri del Cavaliere crescono dello 0,2% e sono fotografati al 6,4% a meno di un punto percentuale di differenza dal terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi.
I due ex dem, che hanno preso a corteggiare gli scontenti del Partito democratico (dopo l’elezione di Schlein alle primarie, in molti hanno abbandonato lo schieramento perché ritenuto troppo di sinistra), perdono ancora lo 0,2%, che sì, è poco in senso assoluto, ma tanto per chi aspira a essere la casa dei riformisti e liberali, e arriva al 7,2% dei consensi.
A crescere, ancora, e di tanto, è l’alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni. Archiviato il caso dell’ormai ex deputato dei rossoverdi Aboubakar Soumahoro – passato al gruppo misto -, agguerriti tra i banchi dell’opposizione, i tre alleati questa settimana hanno raggiunto il 3,8%, molto più anche di +Europa – che domenica ha cambiato la guardia: il segretario degli ex radicali, infatti, è diventato Riccardo Magi, mentre Federico Pizzarotti ha assunto le vesti di presidente -, ancora sotto la soglia di sbarramento, ma vicino a raggiungerla, perché al 2,9%.
Tra chi è ancora molto lontano, invece, si devono contare Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore pentastellato, che è cresciuto dello 0,1%, ma è arrivata al 2% totale, e Unione popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che non solo non si avvicina, ma anzi si allontana: dal 20 febbraio, infatti, e dal 2%, si è scesi oggi all’1,7% delle probabili preferenze.
Quanto alle persone che andrebbero a votare, be’, i dati sono ancora piuttosto preoccupanti – meno di quanto lo siano stati per le regionali nel Lazio e in Lombardia, in cui solo il 40% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne per decidere chi sarebbe stato il nuovo governatore. Secondo i dati di Swg per il tg di Enrico Mentana, infatti, in una settimana almeno il 3% degli elettori ha trovato una casella da sbarrare per le prossime (e lontanissime) politiche, portando l’astensionismo al 37%.
Ad avere un peso potrebbe essere anche la scelta dei simpatizzanti del Pd di nominare la deputata italo americana come nuova leader, o semplicemente ci si è resi conto che la politica non è qualcosa di lontano da noi, ma qualcosa che ci interessa, anche se chi la fa viene percepito come un “alieno”. Poi sì, le elezioni sono molto lontane, almeno quelle per il rinnovo del Parlamento.
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