L’istituto di statistica Demopolis, nella sua rubrica “Barometro Politico”, redige alcuni sondaggi della situazione elettorale italiana indicando le intenzioni di voto per le prossime politiche del 25 settembre, la fiducia attribuita all’esecutivo ormai dimissionario di Draghi e le paure per le prossime sfide economico-sociali.
L’istantanea che emerge è il frutto del lavoro svolto dal gruppo diretto da Pietro Vento, il quale tra il 21 ed il 23 luglio ha intervistato e posto sotto indagine un gruppo stratificato di duemila persone dai 18 anni in su d’età.
Come ormai da tempo noto a raccogliere il maggior numero di preferenze alle prossime elezioni dovrebbero essere i due partiti attualmente all’opposto dell’emiciclo parlamentare: Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Partito Democratico di Enrico Letta.
Il gruppo di destra è apprezzato dal 23.5% degli ascoltati da Barometro Politico, il PD segue con il 22.3% dei voti a favore, dopodiché si hanno nell’ordine: Lega (14.2%), Movimento 5 Stelle (9.8%), Forza Italia (6.5%) e Azione di Calenda (3.9%).
I più ampi spostamenti elettorali avvenuti tra il febbraio 2021 ed oggi, ossia nel periodo di tempo nel quale Mario Draghi era seduto sullo scranno di Palazzo Chigi, sono particolarmente negativi per le due forze populiste all’origine della crisi di governo: il partito di Salvini paga la non chiarezza della propria linea perdendo il 9% dei consensi (dal 23.2% al 14.2%), identica sorte per il gruppo di Giuseppe Conte, che si flette del 6.4% passando dal 16.2% del febbraio 2021 al 9.8% odierno. I due partiti leader della classifica qui stilata guadagnano rispettivamente: +6.5% FdI e +3.3% i Dem.
Per quel che concerne l’esecutivo dimissionario, il governo di Mario Draghi è stato ritenuto positivo dal 48% degli aventi diritto di voto, contro un 40% contrario ed un 12% che non si esprime. Tuttavia più che l’esecutivo è la figura di Draghi in sé a riscuotere maggiori simpatie: qui è il 53% degli italiani ha ritenere il suo un operato apprezzabile.
Inoltre la rubrica di Demopolis suddivide questa fiducia tra i vari partiti attualmente in parlamento, mostrando la sinergia tra azione di Letta e volontà della sua base elettorale (il 93% dei votanti PD approva agenda e azione dell’ex BCE) e la contemporanea stranezza del gruppo di Silvio Berlusconi.
Questi assieme alla Lega è stato l’effettivo fautore della caduta del governo nella votazione del Senato di mercoledì 20 luglio, eppure ben l’80% dei suoi elettori (secondo dopo il PD in questa classifica di fiducia al premier) si riteneva in linea con il governo in carica. Negli altri partiti l’apprezzamento per Draghi oscilla dal 44% interno alla Lega al 30% di M5S e Fratelli d’Italia.
Infine le gravi sfide nazionali ed internazionali del periodo attuale (inflazione, guerra, crisi energetica ed alimentare, povertà diffusa) portano il 60% degli intervistati a dirsi preoccupati per la situazione economica italiana e che questa peggiorerà nei prossimi mesi anche a causa dell’assenza di un esecutivo nel pieno delle sue funzioni.
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