Dopo il piccolissimo passo indietro nella crescita di una settimana fa, Fratelli d’Italia della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, guadagna lo 0,5% dei consensi secondo il sondaggio di Swg per il tg di La7. La stessa rilevazione, che conferma il secondo posto del MoVimento 5 stelle, registra anche una perdita di consensi per il gruppo di Giuseppe Conte, sicuramente inferiore (pure se di poco) rispetto a quella del Partito democratico, decisamente lo schieramento che cala di più.
Bene il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi che, comunque, devono guardarsi le spalle dalla Lega di Matteo Salvini che continua a recuperare consensi ed è il partito che cresce di più dopo quello degli alleati di governo. A proposito delle forze della maggioranza, Forza Italia di Silvio Berlusconi perde lo 0,3% rispetto alle stime della settimana scorsa. Si iniziano a vedere, invece, i primi effetti del caso del deputato Aboubakar Soumahoro, probabilmente, per l’alleanza tra Europa Verde e Sinistra Italiana.
La luna di miele di Giorgia Meloni con gli italiani non è finita, si era solo presa una piccola pausa la scorsa settimana. Secondo il sondaggio di Swg per il tg di La7, infatti, il partito della prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, Fratelli d’Italia, non solo non ha perso smalto, ma continua a crescere.
In una settimana, passano dal 30,3% al 30,8%, guadagnando di fatto mezzo punto percentuale, che diventa quasi un punto se si confronta, invece, con la discesa del MoVimento 5 stelle.
Ecco, a sorprendere è anche la fotografia fatta per i pentastellati di Giuseppe Conte, in cui probabilmente potrebbero pesare tutte le polemiche che sono arrivate dopo la frana di Casamicciola sui condoni. O forse no, perché gli alleati del governo gialloverde, la Lega di Matteo Salvini, pur essendo “colpevoli” quanto quelli del movimento fondato da Beppe Grillo non solo non perdono consensi, ma ne acquistano parecchia. Tornando ai Cinque stelle, dal 16,9% del 28 novembre, arrivano oggi al 16,6%, aumentando, però, il gap con un Partito democratico che, settimana dopo settimana, conferma il dato al ribasso.
Lo schieramento di Enrico Letta, in cui gli stessi simpatizzanti e militanti sono divisi su chi debba succedere al deputato pisano per la segreteria – al momento Stefano Bonaccini sembra in pole sugli altri, anche più di Elly Schlein -, sono dati dai sondaggisti di Swg al 15,4%, lo 0,4% in meno di sette giorni fa.
Al quarto posto, nonostante la crescita del Carroccio, arrivato all’8,1% con un aumento dello 0,3% rispetto a una settimana fa, c’è ancora il terzo polo di Azione e Italia Viva, quindi di Carlo Calenda e Matteo Renzi, con l’8,2% (0,1% in più) che ancora non sono partito, ma si stanno attrezzando per diventarlo nel 2024.
Male Forza Italia di Silvio Berlusconi. Il terzo partito della maggioranza che sostiene il governo di Meloni, infatti, è anche l’unico della coalizione a perdere pezzi. Diversamente dalle settimane scorse, il confronto settimanale è in negativo: dal 6,5% passano al 6,1%, la stessa perdita di consensi del Pd, per giunta.
Non possono sorridere neanche dall’alleanza Europa Verde e Sinistra Italiana, che calano dello 0,3% e si attestano sul 4% del totale dei voti degli intervistati. A pesare per Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni probabilmente è il caso che ha visto coinvolto indirettamente l’ormai ex deputato dei rossoversi Aboubakar Soumahoro. Per contro, comunque, arriva alla fatidica soglia di sbarramento del 3% +Europa di Benedetto Della Vedova ed Emma Bonino, che in una settimana crescono dello 0,2%.
Al di sotto, rimane stabile il movimento di Gianluigi Paragone, Italexit per l’Italia, come sette giorni fa al 2,2%, mentre si vede una parziale crescita di Unione popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che arriva all’1,7%. A rimanere uguale anche la percentuale di persone che non andrebbero a votare qualora si dovesse tornare alle urne: il 36% erano, il 36% sono rimasti.
Lo scenario, in ogni caso, è piuttosto improbabile considerato che il gradimento per il governo. Per quanto riguarda l’efficacia, dal 28 ottobre, appena una settimana dopo il passaggio di consegne con Mario Draghi, si è scesi dal 50% al 44%, stessa percentuale che si registra per la fiducia in quelle che saranno le scelte che prenderà. In questo caso, c’è stata una leggerissima crescita rispetto al 43% iniziale.
Swg per La7 ha chiesto agli intervistati anche per chi sarebbe una vittoria e per chi una sconfitta la scelta di alzare a 60 euro la soglia sopra la quale il commerciante è obbligato ad accettare il pagamento con carte elettroniche, quindi con il Pos. Per il 44% la vittoria è degli evasori fiscali, per il 48% dei commercianti e per il 15% dei consumatori.
Al contrario, sarebbe una sconfitta per il 46% dei consumatori, e rispettivamente 14% sia per evasori, sia per commercianti. Non viene considerata, invece, né l’una né l’altra per il 42% per gli evasori, il 38% per i commercianti e per il 39% dai consumatori.
Una fotografia che, tutto sommato, si sposa (ma non del tutto) con il sondaggio di Euromedia research per La Stampa. Solo un italiano su tre, infatti, è d’accordo con la proposta di rimuovere l’obbligo del Pos sotto i 60 euro, su cui anche la premier ha fatto una parziale retromarcia ieri. Il 56,2% degli intervistati è contro la misura che potrebbe (non) essere inserita nella legge di bilancio, il 34,4% è d’accordo e il 9,4% non sa rispondere.
I più delusi da questo provvedimento, tra l’altro, sono gli elettori della Lega, che sono uno su due, uno su tre non è d’accordo da Forza Italia, e la stessa cosa anche per Fratelli d’Italia. Anche nel sondaggio dell’istituto di ricerca di Alessandra Ghisleri, la categoria che maggiormente approva la soglia minima sono i commercianti: il 65,2% si dichiara favorevole al cash sotto i 60 euro.
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