Eurovita ha congelato il riscatto delle polizze fino al prossimo 30 giugno, sono 350mila le persone che sono state coinvolte da questa decisione e che non hanno modo di potersi riprendere il proprio denaro.
Molti risparmiatori non si fidano più e aspettano lo sblocco delle polizze per poter ritirare i loro fondi e poterli affidare ad altre compagnie assicurative, per molti sono i risparmi di una vita intera.
Da diversi mesi Eurovita è in crisi, il primo accenno di crisi si è visto a fine gennaio 2023 quando l’autorità di vigilanza ha deciso di disporre una gestione provvisoria della compagnia nominando come commissario Alessandro Santoliquido.
A febbraio 2023, dopo che il commissario Alessandro Santoliquido ha preso in mano la compagnia, si è deciso per il blocco dei riscatti, un’azione grave che ha impedito a 350mila persone di non potersi riappropriare del proprio denaro.
A causa della sua instabilità e della crisi non c’è più fiducia verso la compagnia assicurativa, e si teme che questa situazione possa verificarsi anche in altre compagnie dello stesso settore.
Eurovita ha bisogno urgente di nuovi capitali che però faticano ad arrivare. Attualmente sono circa 350mila le persone coinvolte dal provvedimento, e che non possono perciò ritirare i loro fondi per poterli portare altrove.
Molti dei clienti infatti non solo sono arrabbiati ma sono in attesa dello sblocco dei fondi, che dovrebbe avvenire il prossimo 30 giugno, per poter ritirare i propri risparmi e portarli presso altre compagnie assicurative.
È la prima volta che in Italia si verifica il blocco dei riscatti da parte di una compagnia assicurativa. Il blocco è stato deciso proprio per impedire la fuga dei risparmiatori che avrebbe trascinato Eurovita verso il baratro.
Lorena Cavaletti, commerciante emiliana residente a Carpi e che oggi è in pensione ha parlato della sua situazione: “Considero la polizza un salvadanaio per mia figlia” questo salvadanaio però oggi non è più accessibile e al suo interno ci sono risparmi per più di 40mila euro.
Lorena è cliente di Eurovita dal 1994 dopo consiglio della Cassa di risparmio di Carpi, non è stata avvisata da nessuno né dalla compagnia assicurativa né da Unicredit.
La Signora Cavalletti, come tanti altri risparmiatori, ha saputo ciò che stava avvenendo grazie alla stampa. Sono in molti ad aver riportato storie simili a quelle di Lorena, hanno però preferito mantenere l’anonimato.
Tutti hanno riportato più o meno la stessa storia, hanno aperto una polizza con Eurovita per salvaguardare il futuro dei loro figli, e nessuno di loro è stato avvisato dalle banche distributrici della situazione che si stava verificando.
Lorena come gli altri risparmiatori hanno una sola certezza in mente appena sarà possibile riscatteranno la loro polizza.
Da parte di Lorena non c’è più fiducia nel sistema e c’è sicuramente un problema di trasparenza, è pronta a riprendersi il capitale investito e come molti altri non spera di riuscire a prendere anche gli interessi che avrebbe maturato.
Altri risparmiatori invece sono in attesa di conoscere a chi sarà data la nuova gestione di Eurovita e poter sapere se c’è stabilità del nuovo gruppo. Solo dopo questa notizia decideranno se mantenere la polizza con la compagnia oppure riscattarla.
Savoia però lancia l’allarme, se tutti i risparmiatori decidessero di riprendere i loro investimenti per Eurovita non ci sarebbe più alcuna possibilità, andrebbe fallita in pochi giorni.
Savoia si è occupato di creare un gruppo Facebook chiamato “Crisi Eurovita” all’interno del quale centinaia di clienti si sono aggregati per rimanere aggiornati sulla situazione e fare fronte comune.
Il fondo Civen, uno degli azionisti di maggioranza di Eurovita, ha deciso di versare 100 milioni di euro, purtroppo però per salvare la compagnia ne servono molti di più.
Il fabbisogno infatti cresce mese dopo mese, lo scorso marzo 2023 si parlava di 400 milioni, oggi quella cifra non è sufficiente.
Negli ultimi giorni si è fatta strada l’idea che un gruppo di banche possa prestare a Eurovita i capitali necessari, si parla di una cifra pari a 2 miliardi per tamponare la corsa al riscatto dei risparmiatori.
Un’altra delle ipotesi al vaglio è quella di scorporare l’azienda in cinque rami diversi che sarebbero poi rilevati da 5 società diverse.
Confconsumatori chiede invece di avviare una soluzione ponte che permetta ai clienti di mettersi in salvo. Le banche dovrebbero liquidare le polizze ai risparmiatori e subentrare all’interno dei contratti stipulati.
In questo modo i clienti potrebbero riavere i loro soldi indietro e le banche non subirebbero perdite perché andrebbero a riprendersi la quota anticipata direttamente da Eurovita o da chi la rileverà.
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