Sono passati 423 giorni dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, e il bilancio parla di quasi 500 bambini ucraini uccisi. Altri 949 sono invece rimasti feriti. E mentre Jens Stoltenberg ribadisce come il futuro dell’Ucraina sia nella NATO, la violenza della guerra non accenna a fermarsi: due sottomarini russi con missili sono arrivati nel Mar Nero, riferisce il Comando operativo di Kiev.
Sono migliaia, dall’inizio del conflitto, le persone morte a causa dei bombardamenti o in battaglia. Di queste, purtroppo, 470 sono bambini. Lo riferisce l’ufficio del procuratore generale ucraino. Intanto, la situazione resta allarmante, e stando al Comando operativo di Kiev, due sottomarini russi muniti di missili sarebbero giunti nel Mar Nero, pronti ad entrare in azione.
Tra le tante vittime di questi 423 giorni di guerra, 470 sono bambini. A riferirlo è l’ufficio del procuratore generale della capitale ucraina, specificando come si tratti in particolare di minorenni che abitavano nella regione del Donetsk. Più di 900 invece quelli feriti.
Nel frattempo il conflitto continua, e come riferito da Kiev, sette unità navali russe da combattimento sarebbero arrivate nel Mar Nero, due delle quali sottomarini armati con missili Kalibr. “La situazione nell’area meridionale di responsabilità delle forze di difesa rimane difficile, ma continuiamo il nostro lavoro di combattimento” si legge in una nota del servizio stampa ucraino su Facebook.
Dalla Russia fanno invece sapere di aver distrutto questa mattina una roccaforte ucraina nel Donetsk. I militari avrebbero bloccato una missione di ricognizione, uccidendo cinque soldati e distruggendo tre batterie di mortai. Sempre questa mattina, una forte esplosione si è sentita a Melitopol, città occupata dalla Russia, nella zona settentrionale.
“Tutti i membri della Nato hanno acconsentito all’adesione di Kiev” ha dichiarato il segretario generale Jens Stoltenberg, ma la Germania rimane cauta e ritiene che “Non è questo il momento di decidere sull’ingresso di Kiev nella Nato”, preferendo rimandare a dopo la fine della guerra ogni discussione in merito.
Gli Stati Uniti, intanto, frenano sull’invio di aerei da combattimento all’Ucraina, lo hanno fatto sapere durante la riunione del gruppo di contatto di aiuto dalla base aerea tedesca di Ramstein Lloy Austin, segretario alla Difesa, e Mark Milley, capo di Stato Maggiore. “La priorità per Kiev sono, in questo momento, i sistemi di difesa anti-aerea” hanno dichiarato.
Intanto fanno discutere e scatenano polemiche le parole dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev: “La Gran Bretagna era, è e sarà il nostro eterno nemico. In ogni caso, fino a quando la loro sfacciata e disgustosamente umida isola non si inabisserà nelle profondità del mare dall’onda creata dagli ultimi sistemi d’arma russi” ha dichiarato su Telegram.
Motivo della sua ira, le sanzioni inflitte dal Regno Unito a cinque uomini russi a seguito della condanna del dissidente Vladimir Kara Murza. L’accenno ai sistemi da combattimento è un’allusione al missile nucleare Poseidon, in grado di provocare tsunami con onde alte più di 500 metri.
Infine, Medvedev non ha risparmiato nemmeno la Germania, rea di aver, tramite il suo ministro della Difesa Pistorius, aver definito “accettabili come necessità” eventuali attacchi ucraini in territorio russo. “I tedeschi che vogliono attaccare la Russia devono essere pronti per una nostra parata a Berlino” ha affermato.
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