Sono oltre 300 i pakistani annegati nel naufragio nel Peloponneso

Il presidente del Senato pakistano ha reso noto che le vittime del naufragio, del peschereccio partito dal Pakistan e affondato nelle acque greche, sono più di 300. Ancora nessuna conferma da parte delle autorità greche.

Operazioni di soccorso dei pakistani
Operazioni di soccorso dei pakistani – Nanopress.it

La Guardia Costiera greca ha smentito le notizie diramate dai media nazionali e internazionali secondo cui l’imbarcazione non si sarebbe mossa per circa 7 ore, affermando invece che ha percorso 30 miglia nautiche dal suo rilevamento.

Il presidente del Senato Sanjarani ha reso noto che le vittime del naufragio sono più di 300

Islamabad Muhammad Sadiq Sanjarani, presidente del Senato pakistano, ha diffuso una nota, secondo quanto riportato dalla Cnn, per esprimere le sue condoglianze alle famiglie delle vittime nel naufragio di Pylos.

In questa nota è stato reso pubblico anche il numero di pakistani che sono annegati a causa del naufragio del peschereccio avvenuto a largo delle coste della Grecia nel Peloponnesso.

Il numero equivale a più di 300 persone. Atene però non ha ancora confermato il bilancio delle vittime. Si attende perciò anche la conferma della Grecia sul numero effettivo delle vittime di questa tragedia.

Le parole del presidente del Senato pakistano sono state: “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con voi e preghiamo che le anime defunte trovino la pace eterna”. Ha poi voluto sottolineare l’importanza di affrontare immediatamente il traffico illegale di esseri umani, che ogni anno causa centinaia di vittime.

Intanto la Guardia Costiera della Grecia è impegnata a difendersi dalle accuse che sono state mosse contro di lei a causa del naufragio dell’imbarcazione pakistana.

Secondo quanto riportato dalla Guardia Costiera il peschereccio ha percorso 30 miglia nautiche dal momento in cui è stato rilevato a quello in cui è affondato.

A bordo del peschereccio c’erano circa 750 migranti ed è naufragato a sud del Peloponneso. La necessità di rendere nota questa informazione è, secondo la Guardia costiera greca, dovuta a seguito delle false notizie diffuse dai media nazionali e internazionali.

I media hanno infatti riportato che il peschereccio non si era mosso dalla sua posizione per sette ore prima di capovolgersi e affondare, per la Guardia costiera invece non è così.

Secondo quanto riportato da documentonews.gr Miltiadis Zouridakis, tenente della Guardia Costiera e capitano della motovedetta 920, motovedetta che si è avvicinata al peschereccio la notte in cui è naufragato, lo scorso 15 giugno 2023 avrebbe presentato del materiale audiovisivo con cinque fotocopie del diario di bordo della barca.

Questo materiale è stato consegnato al tenente della Guardia costiera Nikolaos Tsoulos. Nelle precedenti dichiarazioni effettuate da Nikos Alexiou, portavoce della Guardia costiera aveva dichiarato che durante i soccorsi non erano state attivate le telecamere della motovedetta.

E per questo motivo non era stato possibile avere registrazioni dell’intervento avvenuto da parte delle autorità greche per soccorrere il peschereccio che si trovava a sud della città di Pylos nel Peloponneso.

Peschereccio con migranti a bordo
Peschereccio con migranti a bordo – Nanopress.it

Le dichiarazioni della commissaria UE, Dunja Mijatovic

Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, da Lampedusa ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui si dice allarmata per quanto sta avvenendo in questi mesi e sulle gravi violazioni dei diritti umani dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti che si è sviluppato su tutto il territorio europeo.

Le violazioni dei diritti umani vengono ormai registrate continuamente e gli Stati membri anziché ritenersi responsabili e cercare una soluzione hanno più volte tollerato e sostenuto leggi e politiche che hanno eliminato le tutele dei diritti umani alle persone in movimento.

Il suo viaggio per l’Italia ha avuto inizio da Lampedusa nei prossimi giorni si recherà in altri luoghi italiani per incontrare autorità e società civili per trattare proprio l’argomento diritti dei migranti.

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