I militanti palestinesi della Jihad stanziati nella Striscia di Gaza hanno lanciato diversi razzi nel sud e nel centro di Israele mercoledì 10 maggio, nel primo pomeriggio, mentre le forze armate israeliane hanno attaccato simultaneamente mirando ai siti di lancio dei razzi dell’organizzazione terroristica lungo la costa della Striscia di Gaza.
Le forze di difesa israeliane hanno affermato di aver attaccato, in particolar modo, i membri della Jihad islamica in un veicolo che si stava dirigendo verso un sito di lancio di razzi vicino a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, utilizzando un attacco con droni. Successivamente, l’aviazione israeliana ha colpito le infrastrutture di lancio dei razzi della Jihad islamica in tutta la zona di Gaza.
Il rappresentante militare e contrammiraglio Daniel Hagari ha spiegato ai giornalisti che l’IDF aveva individuato membri della Jihad islamica che stavano preparando il lancio di razzi prima degli attacchi. Ha aggiunto che gli attacchi aerei contro i lanciatori sotterranei erano già iniziati e che ci si aspettava il lancio di altri razzi nelle prossime ore.
Effettivamente meno di un’ora dopo, diverse raffiche di razzi sono state lanciate contro città del sud, come Sderot e Ashkelon, ma anche contro città più a nord, tra cui Ashdod e Tel Aviv sulla costa.
Secondo le autorità locali, il sistema di difesa aerea Iron Dome è riuscito ad abbattere diversi razzi palestinesi durante l’attacco. Al momento non ci sono segnalazioni di feriti causati dall’attacco.
Le forze militari di Israele hanno precisato che continueranno a colpire le posizioni di lancio dei razzi della Jihad islamica, nonostante il contro attacco delle milizie islamiche attuato tramite razzi contro Israele.
Hagari ha affermato che l’IDF terrà una valutazione nel tardo pomeriggio di mercoledì, per decidere se rimarranno in vigore le restrizioni al movimento e agli assembramenti per i residenti che vivono fino a 40 chilometri (25 miglia) da Gaza. Ha anche sottolineato che l’operazione militare, denominata Scudo e Freccia, è focalizzata esclusivamente sulla Jihad islamica, che mina la situazione della sicurezza nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Secondo i resoconti dei media palestinesi il primo attacco di mercoledì, avvenuto vicino a Khan Younis ha provocato la morte di una persona e il ferimento grave di almeno altre due.
Questo ha portato a 16 il numero totale delle vittime durante l’operazione israeliana, iniziata martedì 9 alla mattina presto. L’IDF ha pubblicato un video del primo attacco, che sembrava mostrare due uomini che camminavano vicino al veicolo colpito.
La Jihad islamica, insieme alla cosiddetta Joint Operations Room, che comprende diverse fazioni del terrorismo palestinese nella Striscia di Gaza, tra cui Hamas e la Jihad, hanno promesso una risposta agli attacchi aerei di martedì scorso, che hanno ucciso tre alti dirigenti del gruppo a Gaza, insieme a molte altre persone fra cui donne e bambini.
Hamas, gruppo che governa la Striscia di Gaza, ha dichiarato in un comunicato che i razzi lanciati erano una risposta al “massacro commesso dall’occupazione israeliana“. Ha anche sottolineato la necessità di una risposta unitaria della resistenza contro ogni forma di aggressione.
Le autorità israeliane hanno invitato i residenti delle città lungo la barriera di Gaza ad evacuare o a rifugiarsi nei rifugi antiaerei in vista di ulteriori attacchi.
Nel pomeriggio di mercoledì, le sirene di allarme rosso hanno suonato nelle aree vicino al confine di Gaza e ad Ashkelon, segnalando il lancio di una raffica di razzi su Israele per la prima volta dall’inizio dell’operazione militare dell’IDF contro la Jihad islamica palestinese a Gaza martedì mattina presto. Il comune di Sderot ha confermato che nove razzi erano stati lanciati da Gaza, ma tutti erano stati intercettati con successo dall’Iron Dome. Il comune di Ashkelon ha invece dichiarato che sta ancora investigando sui lanci di razzi e al momento non sono state riportate vittime o danni.
Sono stati lanciati allarmi rossi anche a Tel Aviv e in tutto il centro di Israele, incluso Bat Yam e Holon, e l’IDF ha confermato che i razzi erano stati lanciati in direzione dell’area di Tel Aviv. Almeno due razzi sono stati lanciati contro Tel Aviv, ma entrambi sono stati abbattuti dall’Iron Dome.
In alcune zone centrali, come Rishon Lezion e Or Yehuda, gli asili nido e le scuole dell’infanzia hanno chiesto ai genitori di andare a prendere i propri figli il prima possibile, a causa della preoccupazione che i razzi potessero raggiungerli. Al Barzilai Medical Center, cinque persone sono state ricoverate finora, tre per traumi e due per ferite riportate durante il trasferimento verso un rifugio antiaereo.
In mezzo a questa tensione si insedia l’Iran che ha chiesto ad Hamas di unirsi ufficialmente alle milizie iraniane per combattere Israele.
L’Iran chiede ad Hamas di unirsi alla Jihad islamica
Secondo quanto riferito da Iran International, le autorità iraniane stanno esercitando forti pressioni su Hamas affinché si unisca alla Jihad islamica, stretta affiliata del regime iraniano, per vendicare l’uccisione di tre comandanti della Jihad islamica a Gaza nell’attacco aereo israeliano di martedì.
Teheran starebbe esortando Hamas a rispondere all’assistenza ricevuta nel corso degli anni unendosi alla Jihad islamica e lanciando attacchi contro Israele.
Secondo l’agenzia di stampa Tasnim, affiliata alla Guardia Rivoluzionaria iraniana, il capo di stato maggiore iraniano Bagheri ha dichiarato mercoledì che l’Iran “aiuterà la Palestina con tutto il suo potere”.
Nel frattempo, una fonte ha riferito a Iran International che la pressione esercitata dall’Iran su Hamas per unirsi alla Jihad islamica ha approfondito i disaccordi politici tra i leader dell’organizzazione terroristica.
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha affermato che Israele è pronto a combattere l’Iran su più fronti, se necessario, sostenendo che il 95% dei problemi di sicurezza di Israele proviene dall’Iran, che sta cercando di avviare una campagna su più fronti contro di loro. Ha accusato il regime di essere coinvolto nello scontro militare su larga scala avvenuto ad aprile, durante il quale gruppi palestinesi alleati all’Iran hanno lanciato centinaia di razzi contro Israele da Gaza e dal Libano.
I funzionari iraniani, d’altro canto, hanno manifestato soddisfazione per la “vittoria” del fronte della resistenza nella recente escalation militare con Israele, e il comandante dell’IRGC ha chiesto ulteriori azioni militari, vantandosi del fatto che la fine di Israele è vicina. La tensione tra Israele e l’Iran continua a crescere e il coinvolgimento dell’Iran nelle attività militanti della regione rimane una preoccupazione per Netanyahu e i suoi ministri.
Il premier Netanyahu ha dichiarato, in una conferenza per un gruppo di ex alti ufficiali della difesa, che Israele farà tutto il possibile per impedire all’Iran di insediarsi nel territorio intorno a loro.
Allo stesso tempo emerge anche che i leader di Hamas a Gaza si rendono conto che un nuovo scontro militare danneggerebbe i civili palestinesi e il loro sostentamento, e che devono fare i conti con il rischio di essere presi di mira da Israele.
Diverse alcune figure di spicco che vivono al di fuori dei territori palestinesi e che godono di maggiore sicurezza e cooperazione con l’Iran, sostengono l’adesione alla Jihad islamica in un nuovo confronto con Israele.
Il governo iraniano ha raggiunto un accordo mediato dalla Cina con l’Arabia Saudita, nel marzo di quest’anno, per ripristinare le relazioni diplomatiche dopo una pausa durata sette anni. I funzionari iraniani hanno affermato che la mossa è stata una sconfitta strategica per gli Stati Uniti e una vittoria per l’Iran.
Le autorità in Iran sembrano essersi fatte forza e scudo dall’aver parzialmente ridotto il proprio isolamento nella regione e hanno intensificato la retorica contro Israele a marzo e aprile.
Israele, nel frattempo, è preoccupato non solo per gli attacchi dei delegati e degli alleati iraniani, ma anche per l’espansione del programma nucleare dell’Iran. Secondo la maggior parte delle stime, Teheran ha accumulato abbastanza uranio arricchito da essere in grado di costruire fino a cinque armi nucleari in pochi mesi.
Il primo ministro Netanyahu ha ribadito nelle sue dichiarazioni di martedì e mercoledì che Israele farà tutto il possibile per impedire al regime iraniano di ottenere un’arma nucleare e cercherà di impedire all’Iran di “stabilire fronti terroristici intorno a noi“. La tensione tra Israele e l’Iran rimane alta, anche a causa delle dichiarazioni aggressive da entrambe le parti, e resta una fonte di preoccupazione per la regione e la comunità internazionale.
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