Marcello Minenna e Gianluca Pini sono stati arrestati nell’ambito di un’inchiesta della procura di Forlì e si trovano entrambi ai domiciliari. L’accusa riguarda un maxi-appalto di mascherine vendute all’Asl Romagna.
L’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e l’ex parlamentare leghista sono stati arrestati su disposizione della Dda di Bologna. Inoltre, sono stati emessi 34 provvedimenti cautelari, poiché risultano indagati anche funzionari della prefettura di Ravenna e dell’Ausl Romagna.
Sono scattati gli arresti domiciliari per Gianluca Minenna, ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e l’ex parlamentare leghista Gianluca Pini. Secondo quanto appreso dal quotidiano Repubblica, l’inchiesta rientra nell’ambito della corruzione.
Pare infatti che l’accusa riguarda un maxi-appalto di mascherine vendute all’Asl Romagna. Pini, molto vicino al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, avrebbe promesso a Minenna di accreditarlo nel partito “Lega Salvini Premier”, garantendogli la riconferma della nomina a direttore generale delle Dogane con il nuovo governo.
In cambio, l’attuale assessore all’ambiente della Regione Calabria ed ex assessore del Comune di Roma avrebbe favorito Pini sbloccando un carico di mascherine che l’ex parlamentare aveva venduto alla Asl di Forlì senza gara d’appalto. Una operazione dal valore di 3,5 milioni di euro.
“è stato così possibile disvelare due veri e propri sistemi di illecito arricchimento facenti rispettivamente capo agli universi economici riconducibili in particolare a un imprenditore forlivese e all’ex parlamentare”.
Queste sono state le parole scritte in una nota da parte della Procura.
Secondo quanto dichiarato dalla Procura, l’inchiesta è partita nel gennaio 2020 a seguito di un’operazione antidroga della Squadra Mobile di Forlì, a cui sono seguite diverse intercettazioni telefoniche.
Gli investigatori, infatti, avevano scoperto che dietro la droga sequestrata su un camion proveniente dal Belgio c’era un imprenditore forlivese con precedenti e che quest’ultimo avesse un rapporto con Pini.
“L’imprenditore forlivese si giovava di importanti conoscenze criminali legate alla malavita albanese e al narcotraffico per approvvigionarsi di denaro da reinvestire in attività formalmente lecite o per acquisto di immobili”.
Queste le parole scritte in una nota da parte della Procura di Forlì e del rapporto con l’imprenditore e Gianluca Pini. Quest’ultimo, infatti, avrebbe sfruttato le sue conoscenze consolidate grazie al suo incarico istituzionale.
Nell’inchiesta è emersa una proficua rete di rapporti, permettendo all’ex parlamentare leghista di ottenere un importante appalto dall’Ausl Romagna per la fornitura di dispositivi medici, lucrando quindi sulla pandemia da Covid 19 scoppiata nel marzo 2020.
Gli investigatori, avrebbero svelato dei rapporti di corruzione tra Pini e uomini appartenenti alle forze di polizia, un funzionario prefettizio e vertici dell’Agenzia delle Dogane.
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