Lo scialpinista Carluccio Sartori è sopravvissuto ben 24 ore sotto una valanga. Attualmente è ricoverato all’ospedale di Bolzano in terapia intensiva, ma sta bene. L’uomo ha raccontato all’Ansa cosa ha vissuto in quelle ore.
La valanga è avvenuta lo scorso 26 gennaio. L’uomo è rimasto diverse ore sotto la neve e ha cercato con tutte le sue forze di resistere per sopravvivere. A spiegare ciò che è accaduto è stato lo stesso Sartori, che attualmente è ricoverato in terapia intensiva a Bolzano.
Il racconto dello scialpinista sopravvissuto alla valanga
Carluccio Sartori, 54 anni, è un imprenditore di professione, da sempre amante dello sport. La mattina del 26 gennaio 2023 si era recato in val Badia, per svolgere uno dei suoi hobby preferiti, ossia lo scialpinismo.
Il 54enne stava salendo verso il Setsass quando è stato improvvisamente travolto da un’enorme valanga. L’uomo spiega che mentre l’enorme massa di neve lo trascinava via ha provato a mantenere saldi i muscoli per evitare che si rompesse degli arti.
Quando poi la massa di neve si stava per fermare Sartori ha provato a nuotare, ma a causa dello zaino e di una spalla dolorante non riusciva ad avere ampia libertà nei movimenti.
Quando poi la valanga si è finalmente arrestata, il 54enne ha spalato via la neve presente sopra di lui, creando una sorta di imbuto.
“Sono sempre rimasto cosciente e lucido. Ho chiamato aiuto, ma nessuna risposta”.
Ha affermato Sartori.
Quando è calata la notte è iniziata la vera difficoltà. L’uomo infatti ha raccontato di aver tentato di rimanere sveglio con tutte le sue forze e ha affermato che il suo unico pensiero era quello di rimanere vivo.
“Non sono credente, ma quella notte ho pregato mia madre”.
Confessa il sopravvissuto. Aggiungendo poi di aver svolto per tutta la notte una sorta di ginnastica, muovendo continuamente e lentamente i vari arti. Ha inoltre affermato che il suo cuore andava a 150 battiti al minuto e il suo timore era che non potesse reggere.
Il salvataggio dello scialpinista
Con le prime ore del giorno, grazie anche al calore del corpo la neve si è pian piano allentata, permettendo allo scialpinista di liberare anche l’altro braccio. A quel punto gli è ritornata la speranza. Dopo poco infatti i soccorsi sono giunti, metaforicamente come una luce nell’oscurità.
Carluccio Sartori racconta di non ricordare le facce dei soccorritori ma solo il rumore dell’elicottero. L’unico ricordo è di essersi poi svegliato all’ospedale.
Il sopravvissuto ringrazia fortemente coloro che lo hanno salvato e tutti i medici del reparto di rianimazione di Bolzano.
Infine conclude affermando con tono ironico che la sua famiglia lo ucciderebbe se dicesse che continuerà con lo scialpinismo, per questo dice “basta”.
Sartori sa di essere un miracolato e non nega che non dimenticherà mai più questa esperienza.