È destinata certamente a far discutere la dichiarazione sulle Soprintendenze ai beni ambientali da parte di un consigliere regionale della Campania: Giovanni Fortunato, appartenente allo schieramento ‘Caldoro Presidente’, ha infatti affermato che questi enti burocratici rappresentano un freno ed un ostacolo all’economia dei territori con le loro azioni. La questione è certamente delicata e complessa, e proprio in Campania vige una forte polemica con un’altra Soprintendenza, quella ai Beni Culturali, che assume decisioni che appaiono sempre più grottesche agli occhi dell’opinione pubblica, ma non si può dimenticare come in questa regione speculazioni ed abusi edilizi abbiano prodotto ecomostri che hanno sfregiato il territorio campano nel corso degli anni.
‘Le soprintendenze ai beni ambientali? Non frenano gli scempi e bloccano lo sviluppo. Meglio abolirle‘, ha dichiarato il consigliere del gruppo regionale campano, secondo cui ‘per come sono concepiti e per come troppo spesso lavorano, costituiscono un grave vulnus all’economia dei territori, soprattutto dei piccoli comuni‘. Giovanni Fortunato si appella al Presidente del Consiglio Matteo Renzi affinché la sua azione ‘rottamatrice’ tocchi questi enti che per molti rappresentano l’emblema della burocrazia nella sua accezione più negativa. Per Fortunato le Soprintendenze non agiscono sulle questioni essenziali e si occupano in maniera cavillosa delle attività e delle imprese del territorio: ‘Dove ci sono scempi e disastri ambientali questi organi periferici non ci sono, ma sono pronti, con veti e dinieghi spessissimo inaccettabili, laddove farebbero meglio a scomparire, come dimostrano le tantissime sentenze sui ricorsi presentati dai cittadini e da imprese costrette a licenziare tantissimi padri di famiglia‘, dichiara ancora Fortunato.
Per il consigliere sarebbe meglio affidare ai politici le competenze delle attuali Sorpintendenze: ‘Per quanto mi riguarda, questi enti che svolgono funzioni che potrebbero essere tranquillamente affidate ai Comuni e che intanto bloccano lo sviluppo del Paese, cosa gravissima in questo periodo di crisi, generano solo e soltanto uno spreco di denaro pubblico. Vanno abolite‘. Indubbiamente alcuni Soprintendenti in Campania si sono distinti per interventi, per usare un eufemismo, discutibili: è il caso del Sorpintendente ai Beni Culturali di Napoli Giorgio Cozzolino, che da quando è in carica è entrato a gamba tesa su questioni come i concerti, l’illuminazione di piazze, i grandi eventi della città e persino i parco giochi cittadini, mentre i monumenti che dovrebbe tutelare cadono letteralmente a pezzi. Ma affidare ai politici la vigilanza ambientale ci pare una soluzione disastrosa, visti i tanti esempi passati in cui si sono saldati gli interessi criminali di imprenditori senza scrupoli e politici locali che per avidità hanno chiuso volentieri tutti e due gli occhi, producendo l’attuale scempio del territorio. Più che le Soprintendenze bisognerebbe abolire la corruzione che si annida tanto nelle strette maglie della burocrazia quanto nell’irresponsabilità e nel cinismo delle parti in causa, lì dove la disonestà cresce fiorente e indisturbata. Ma per quello non basta certo un decreto legge.
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