Una specie che si credeva ormai estinta è tornata a popolare un particolare mare italiano. Vediamo di quale specie si tratta.
Ogni tanto il mare italiano fa parlare di se per qualche bella notizia che riguarda la sua fauna. Vediamo cosa è sbucato fuori questa volta.
Nota anche come nacchera o penna di mare, la Penna Nobilis è il mollusco bivalve marino che è tornato recentemente in un mare italiano.
Appartenente alla famiglia delle Pinneidae, si tratta di una specie famosa ed apprezzata per la sua bellezza ed importanza ecologica nel Mediterraneo.
Con il suo guscio bivalve, ovale e piuttosto appiattito, la Pinna Nobilis ha una colorazione esterna di solito di un marroncino chiaro o verde oliva.
Il suo interno, invece, è perlaceo. Il pesce può arrivare a misurare dimensioni notevoli, tanto che, alcuni esemplari possono superare anche 120 centimetri di lunghezza. Queste caratteristiche la rendono la più grande tra le specie di bivalvi presenti nel Mediterraneo.
Diffusa nel Mediterraneo la Pinna nobilis è un organismo chiave negli ecosistemi delle praterie di Posidonia.
Ciò è dovuto alle sue abitudini di filtrazione che contribuiscono a mantenere l’equilibrio ecologico dell’ambiente marino. Grazie ai suoi tentacoli filtranti l’acqua viene purificata e le particelle alimentari catturate contribuendo alla biodiversità della zona e alla qualità delle acque marine.
Essendo una specie vulnerabile a varie minacce, la Pinna Nobilis ha rischiato l’estinzione a causa della sua raccolta indiscriminata da parte di subacquei o la pesca illegale. Anche il loro habitat è minacciato dall’inquinamento e dalle ancore.
Tant’è che sin dal 1992, la Pinna nobilis è stata inserita nell’elenco delle specie protette della Convenzione di Barcellona. Una protezione che mirava a salvaguardare la specie.
A sorpresa la Pinna Nobilis è stata trovata in un mare italiano dove non si vedeva da tempo. Lì, si credeva addirittura estinta. Si tratta dei fondali di Posidonia del mare piccolo di Taranto. Una bella sorpresa.
A fare la scoperta sono stati i volontari di Mare per Sempre, un’associazione che tutela il mare, oltre alla capitaneria di porto, che hanno filmato e fotografato il mollusco che, tra le altre proprietà, ha quella di produrre una sorta di bava.
Con una sua ghiandola, infatti, produce una bava che a contatto con l’acqua solidifica e diventa quella che nell’antichità veniva chiamata seta marina. Sempre in tempi addietro, tale materiale veniva adoperato per realizzare tessuti preziosi e rari da offrire alle corti.
La specie è protetta anche perché il surriscaldamento globale rischia di farla estinguere per sempre. Tuttavia, il nostro mare è sempre ricco di sorprese. Tant’è che è stata avvistata anche una foca monaca, evento piuttosto raro.
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