Per combattere l’inflazione la Bce è intervenuta aumentando i tassi di interesse: ciò ha comportato un netto incremento delle rate dei mutui e dei finanziamenti.
Per fermare la fiammata inflazionistica le banche centrali sono intervenute innalzando i tassi d’interesse: ciò ha determinato rilevanti ripercussioni delle rate dei mutui variabili. Secondo gli esperti si tratta di una vera e propria emergenza dei mutui: sono tantissime le famiglie italiane che non riescono più a fronteggiare i continui rincari. Sempre più mutuatari decidono di rivolgersi alle banche per chiedere la sospensione e la rinegoziazione del mutuo.
Si tratta di una vera e propria emergenza, una corsa dell’aumento delle rate del mutuo a tasso variabile. Per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile la rata è incrementata in media di oltre 210 euro al mese rispetto allo scorso anno. Federconsumatori ha rilevato un preoccupante trend al rialzo delle rate dei mutui a tasso variabile. Ciò ha messo in ginocchio molte famiglie italiane che non riescono a fare fronte all’aumento dei costi dei mutui ipotecari. L’aggiornamento e l’aumento dei tassi di interesse è stato operato dalla Banca Centrale Europea che punta a contrastare la folle corsa inflazionistica.
Gli analisti sono preoccupati delle ripercussioni gravi che stanno interessando la platea dei cittadini che hanno acceso mutui a tasso variabile. Conseguentemente le rate dei mutui e dei prestiti sono aumentate vertiginosamente negli ultimi anni. Nel caso di un mutuo a tasso variabile di oltre 110mila euro per 25 anni, la rata mensile ha subito un incremento medio di oltre 44 punti percentuali rispetto allo scorso anno e di oltre 64 punti rispetto a due anni fa.
Facendo due conti, rispetto all’anno 2022, l’aumento rateale si traduce in un aggravio di oltre 210 euro al mese, ovvero oltre 2.500 euro all’anno. Si tratta di un aumento insostenibile per molti nuclei familiari, tenendo conto del fatto che si è assistito ad un rincaro generalizzato dei prezzi e del costo della vita.
La situazione non è rosea neppure per i mutui a tasso fisso: in tale caso l’aggravio e l’aumento rateale rispetto allo scorso anno è solo ipotetico. La sottoscrizione del mutuo a tasso fisso è stata effettuata a condizioni contrattuali differenti. Secondo l’Onf la stipulazione di un mutuo a tasso fisso avrebbe una rata più onerosa.
Secondo le stime la rata sarebbe di oltre 6 punti percentuali in più rispetto a quella di un mutuo a tasso fisso stipulato lo scorso anno. La rata del mutuo a tasso fisso è più cara di oltre il 30% rispetto a quella dell’anno 2021. Nel 2023 il costo di un mutuo a tasso fisso di oltre 110mila euro per 25 anni è più elevato di oltre 9.900 euro rispetto allo scorso anno. L’incremento è ancora più allarmante se si compara il dato al 2021.
In un biennio emerge un gap del costo totale per stipulare un mutuo a tasso fisso di oltre 41.000 euro. Le famiglie in difficoltà che hanno contratto un mutuo a tasso fisso possono rivolgersi alla banca mutuante per chiedere la rinegoziazione o la sospensione del pagamento rateale.
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