L’Oréal si conferma leader in sostenibilità d’impresa per il terzo anno consecutivo guadagnando la Tripla ‘A’ per cambiamento climatico, sicurezza nelle risorse idriche e foreste. Il gruppo si è aggiudicato un posto nella ‘A List’ del Cdp, l’organizzazione no-profit che analizza i dati relativi all’impatto ambientale, in tutte le categorie: cambiamento climatico, sicurezza nelle risorse idriche e foreste.
“Siamo davvero orgogliosi di questo riconoscimento”, afferma Alexandra Palt, direttrice mondiale della sostenibilità, intervenendo in collegamento Skype alla conferenza organizzata nel quartier generale milanese del gruppo. La nostra, sottolinea, è “un’azienda da sempre impegnata nella sostenibilità”.
Il 2013, tuttavia, segna un punto di svolta con l’intuizione del presidente e ceo del gruppo, Jean-Paul Agon: “Lui ha compreso che la sfida del 21esimo secolo deve passare necessariamente dall’attenzione all’ecologia e al sociale”; così “abbiamo elaborato il progetto ‘Sharing beauty for all’ per analizzare il nostro impatto ambientale e sociale e capire quali sono i prodotti e i servizi che potevano essere coinvolti da questa trasformazione”.
Insieme ad un team di esperti, quindi, è stata condotta un’analisi sui materiali, sono stati chiesti feedback attraverso i forum degli stakeholder in Usa, Sud Africa, India, Brasile, Cina e Nord Europa. Sono state contattate oltre 630 organizzazioni, tra cui Ong ed associazioni del terzo settore ed è stato definito un quadro d’azione che delinea quattro impegni: innovare in maniera sostenibile, produrre in maniera sostenibile, vivere in maniera sostenibile e sviluppare in maniera sostenibile.
Palt spiega: “L’obiettivo è di migliorare, entro il 2020, il 100 per cento della nostra gamma di prodotti dal punto di vista ecologico, con nuove formule che utilizzano materie prime rinnovabili reperite in maniera più responsabile e un packaging a minor impatto ambientale”.
Nel 2018, già quasi l’80% dei prodotti è stato dotato di un packaging più leggero, con un minor utilizzo di plastica: “Cosa che – osserva Palt – ci ha permesso di avere un miglioramento su scala, dal momento che sul mercato ci sono 6 miliardi di nostri prodotti. E dunque rappresenta un apripista nel cambiamento della mentalità dei consumatori”. In altre parole, “un cambiamento epocale per un’azienda”.
In collaborazione con AdnKronos
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