Audrey Hale è il nome della ragazza che è entrata ieri in una scuola a Nashville, in Tennessee, facendo una strage.
La giovane di 28 anni aveva armi d’assalto e con queste ha ucciso 6 persone nella Covenant School, compresi alcuni bambini. Poi la polizia è intervenuta freddandola sul posto e scoprendo che era armata fino ai denti. L’ennesima terribile strage, sebbene Biden qualche giorno fa abbia limitato l’uso delle armi d’assalto.
Non è chiaro come una persona decida di armarsi fino ai denti ed entrare in una scuola dove i piccoli alunni stanno studiando e giocando. Asili e scuole elementari vengono sempre più prese di mira da giovani che sterminano insegnanti e bambini come nulla fosse, come se ci si trovasse in guerra contro dei soldati. Scatta un meccanismo no chiaro che porta improvvisati killer a sterminare chiunque si trovano davanti in questi luoghi, sconvolgendo l’opinione pubblica con azioni eclatanti.
Questo quello che ha fatto la 28enne Audrey Hale ieri ma quella dove si trovava non era una trincea, bensì una scuola nel quartiere benestante di Nashville e davanti a lei non c’erano dei miliari ma i piccoli bambini che la frequentavano.
Tre di loro sono morti nello scontro a fuoco che poi è proseguito anche quando è giunta la polizia, avvisata da tanti residenti che sentendo i colpi di arma da fuoco si sono spaventati. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha permesso di fermare l’orrore ma nonostante i tentativi di far arrendere la ragazza, questa ha continuato l’assalto e così è stata freddata.
Ci sono stati molti feriti e hanno perso la vita 3 bambini ma non è chiaro cosa abbia spinto la 28enne a un gesto simile e non lo sapremo mai. Secondo la polizia, Audrey si identificava come transgender.
La scuola dove ha fatto irruzione ieri entrando da una porta laterale, è un istituto cristiano che si chiama Covenant School ma è possibile che alla base dell’assalto ci siano motivi religiosi? Come sappiamo i trans nono sono visti di buon occhio dalla chiesa perché comunque è una condizione che stravolge la natura della persona e quindi ci sono pareri molto contrastanti.
Una mentalità contorta o con problemi, potrebbe tradurre questo divario in azioni estreme come queste, che molto spesso vediamo essere messe in campo da individui con disagi sociali e problemi psicologici importanti.
Audrey si è recata nella scuola della capitale con un fucile d’assalto, una rivoltella e una pistola semiautomatica, due di queste armi erano state comprate in maniera legale, l’altra era stata procurata attraverso altri canali, gli agenti le hanno sequestrate mentre procedevano con le operazioni di rimozione delle salme per poterle portare in obitorio.
Tanti anche i feriti dello scontro a fuoco, per loro sono giunte diverse ambulanze che hanno organizzato il trasferimento negli ospedali di zona. C’è stata molta paura e sono stati momenti di panico fra i piccoli bambini che forse non hanno capito appieno cosa sia accaduto e la famiglia dovrà spiegare loro come mai gli amici non ci sono più e perché non potranno andare a scuola in questi giorni.
La strage di Nashville è solo l’ultima di un elenco che sembra infinito, il quale riguarda una serie di scuole americane, colpite da un fenomeno che sta dilagando a macchia d’olio per motivazioni non precise.
Come sempre avviene, la violenza non si ferma nemmeno di fronte all’intervento delle forze dell’ordine e infatti Audrey ha continuato a sparare all’impazzata anche quando le veniva chiesto più volte di gettare le armi. La polizia è arrivata quasi subito sul posto e dopo 13 minuti da quando era partito l’allarme, è tornato il silenzio a Nashville, un silenzio mortale in cui le piccole vittime gridano ancora, colte di sorpresa da un qualcosa di inspiegabile.
Dalle identificazioni, si tratta di bambini dai 6 ai 9 anni e poi ci sono anche degli operatori scolastici e insegnanti sessantenni.
Dopo che la polizia ha ucciso la colpevole di tutto questo, si è proceduto ad identificarla partendo dalla targa di un veicolo parcheggiato nei pressi dell’istituto, dal quale le telecamere l’hanno vista scendere.
Utilizziamo il pronome “Lei” proprio come hanno fatto le forze dell’ordine ma sappiamo che la 28enne parlava di sé stessa come un maschio. Si profili social si identificava in questo modo da alcuni mesi.
Audrey aveva frequentato la medesima scuola in passato, durante una perquisizione nella sua casa sono stati trovati dettagli che assumono un’aspetto inquietante alla luce di quello che è accaduto ieri. C’erano infatti delle mappe dettagliate della scuola, con dettagli sui punti di ingresso e sul posizionamento delle videocamere di sorveglianza. Poi c’erano dei disegni della 28enne e una sorta di manifesto, unendo tutti questi elementi la polizia parla di un atto premeditato da tempo.
Secondo gli inquirenti, la giovane odiava il fatto di aver frequentato una scuola cristiana, specialmente ora che era in crisi di identità, tuttavia è solo un’ipotesi e non ci sono ancora certezze sul movente del massacro.
Audrey non aveva precedenti penali e subito quando leggiamo di questi fatti pensiamo a problemi mentali, ma sembra non avesse nemmeno quelli, ma serviranno indagini più approfondite.
Laureata al Nossi College of Art & Design della città in Tennessee, l’anno scorso Audrey lavorava come grafico freelance. Sul massacro è intervenuto Joe Biden, che già nelle scorse settimane ha firmato un ordine esecutivo per cercare di limitare l’uso di armi d’assalto.
“le scuole dovrebbero essere luoghi sicuri. dobbiamo fare di più contro la violenza delle armi, il congresso deve agire, quanti bimbi devono ancora morire?”.
La tragedia di ieri ci riporta inevitabilmente a quella di Uvalde, in Texas, quando il 24 maggio del 2022 il 18enne Salvador Rolando Ramos ha ucciso 19 studenti e due insegnanti nella Robb Elementary School.
Prima di recarsi nel luogo ha avuto una diatriba con la nonna, con cui viveva, perché questa aveva capito le intenzioni del ragazzo e voleva fermarlo. Così le ha sparato ferendola gravemente, poi si è recato alla scuola elementare entrando con un fucile d’assalto senza incontrare alcuna vigilanza. Qui si è compiuta la strage e fra vittime e feriti, sono tante le denunce di coloro che chiedono maggiore sicurezza in questi luoghi e il malcontento per l’operato tardivo della polizia.
Il ragazzo è stato ucciso sul colpo, proprio come Audrey e altri prima di loro, i quali hanno compiuto stragi all’interno delle scuole americane. Un fenomeno dilagante che purtroppo dipende molto dalle armi facili in Usa, dove al contrario dell’Italia, vengono concesse con superficialità e senza requisiti particolari.
Tutti possono procurarsele in poche settimane ma cosa è stato fatto di concreto per frenare queste stragi? Biden ha firmato recentemente l’ordine esecutivo ma è solo un piccolo passo che difficilmente conterrà questa violenza.
Nei piano dell’amministrazione, tale provvedimento assicurerà che le armi vengano date dopo aver effettuato controlli severi sull’acquirente, verificando i precedenti penali, lo stato di salute mentale, la motivazione della richiesta e altri elementi.
L’obiettivo è fare più verifiche, negando le armi a chi ha precedenti per stalking, violenza domestica o altri reati analoghi. L’ordine esecutivo punta anche ad aumentare l’archivio dei venditori, segnalando gli acquirenti a rischio. Inoltre sono chiamate in causa anche le aziende produttrici, che dovranno collaborare maggiormente per aiutare le forze dell’ordine nell’identificazione e quindi nella cattura dei responsabili delle sparatorie.
Il presidente americano ha anche chiesto alla Federal Trade Commission di diffondere un rapporto su come l’industria delle armi pubblicizza i prodotti anche a un pubblico minorenne.
C’è tanta leggerezza su un tema che invece è molto importante e infatti dopo le stragi di gennaio alcuni senatori avevano chiesto con un disegno di legge, di alzare il limite per l’acquisto di armi a 21 anni, ma proposte di questo tipo devono affrontare un iter tortuoso negli Stati Uniti, dove quasi ogni famiglia possiede un’arma, specialmente, gli acquisti salgono dopo stragi come quella di ieri ma la vendita di pistole e fucili è cresciuta anche dall’inizio della pandemia, nelle prime fasi delle restrizioni.
Dall’inizio del 2023 sono morte quasi 10.000 persone rimanendo vittime di armi da fuoco, 400 delle quali sono minorenni. Non è questione di “se” negli Usa, ma di “quando”. Ieri è successo a Nashville, domani chissà, questo il clima che si respira in questi quartieri e perciò molti tengono un’arma in casa.
La paura dilaga fra le strade dei grandi centri urbani e nelle piccole realtà, a causa della criminalità. Fra l’altro, il secondo emendamento della Costituzione americana protegge il diritto dei cittadini di detenere e portare armi per la propria sicurezza.
Molti politici però definiscono questo passaggio un patto suicida, tuttavia c’è chi pensa che con una buona formazione, i cittadini possano detenere armi, a patto che ne facciano un uso responsabile.
Tutti convengono sul fatto che ci sia bisogno di maggiori controlli sugli acquirenti, questo avrebbe ad esempio potuto salvare i bambini dell’attentato a Uvalde, poiché il responsabile aveva piccoli precedenti ma soprattutto importanti problemi di salute, ma non quelli di ieri perché Audrey era completamente incensurata.
Anche qui quindi ci sono delle falle e da sempre ad ogni modo, i tentativi di modificare le leggi sul possesso di armi sono stati fermati sul nascere. Con le norme attuali la killer di Nashville aveva legalmente in casa un piccolo arsenale e ora è di nuovo scoppiata la polemica per addebitare le responsabilità. I genitori delle vittime vogliono risposte e anche la comunità che da tempo non si sente più al sicuro.
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