Adelaide Andriani è il nome della specializzanda aggredita nell’ospedale Gervasutta di Udine, dove un uomo ha tentato di strangolarla.
Dal momento che questa è la terza aggressione grave di cui è rimasta vittima la giovane 28enne, ha deciso di lasciare la professione medica.
La notizia dell’aggressione della giovane che studiava per diventare guardia medica, è stata data dalla collega Giada, che via social ha raccontato la vicenda. Adelaide Andriani è il nome della 28enne che è stata presa per il collo dall’accompagnatore di un paziente.
I fatti sono avvenuti presso l’ospedale Gervasutta di Udine, dove il 7 gennaio Adelaide rischiava di morire soffocata e a testimoniare la violenza ci sono alcune immagini condivise dai colleghi via social.
La coetanea e collega Giada era di turno con lei ed è intervenuta riuscendo fortunatamente ad allontanare l’aggressore, denunciando poi sui social l’accaduto. Fanno impressione i segni lasciati sul collo della ragazza ma a fare più scalpore è il fatto che un medico venga aggredito mentre sta svolgendo le sue funzioni.
Era sabato pomeriggio quando due uomini sono entrati nei locali della guardia medica senza passare dallo screening iniziale che i medici del servizio fanno per valutare il problema ed evitare il sovraffollamento.
Uno dei due zoppica invece l’atro è un accompagnatore, si tratta di immigrati senzatetto e senza documenti ma sebbene il paziente claudicante era tranquillo, l’altro si è dimostrato fin da subito molto aggressivo e voleva a tutti i costi essere assistito subito.
Così la medicazione è stata cambiata ma poi è stato consigliato di andare al pronto soccorso, a quel punto la situazione è degenerata e sono stati allertati i Carabinieri ma nel frattempo l’uomo ha rincorso la dottoressa e le ha messo le mani al collo.
L’episodio ha lasciato un trauma profondo nella ragazza rimasta vittima del grave gesto, tanto che ha deciso di lasciare la professione medica, anche se in realtà già ci pensava da tempo.
La giovane laureata in Medicina e specializzanda in Chirurgia generale aveva già subito due aggressioni in passato nel carcere di Udine dove prestava servizio e già allora aveva pensato di cambiare strada.
Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per la giovane 28enne la quale stavolta è rimasta molto traumatizzata, al punto tale che ha deciso di cambiare mestiere.
Sulla questione è intervenuto il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed, che ha proposto l’operazione “Ospedali Sicuri” per arginare la frequenza di questi episodi molto gravi ai danni di chi lavora giorno e notte per aiutare le persone in difficoltà.
Alcuni sindacati hanno addirittura chiesto l’intervento dell’Esercito, richiedendo che i militari vengano posti alle entrate degli ospedali.
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