Una donna di Firenze a 40 anni è riuscita a concepire due gemelline. Quando, dopo la maternità, è tornata al suo lavoro di commessa in un negozio di telefonia, la direttrice le ha suggerito di non rientrare, perché aveva assunto un’altra persona per sostituirla. Le ha negato anche il part-time e una mattina, facendo sapere di arrivare in ritardo per un problema di salute della figlia, l’ha offesa e minacciata. La direttrice avrebbe infatti detto alla neomamma: “Speravo tu fossi sterile. Mi hai ingannato, non mi importa nulla di te e di tua figlia”.
La commessa si è rivolta al giudice del lavoro e ora sarà risarcita per discriminazione di genere. In primo grado è stata costretta a pagare le spese legali alla direttrice del negozio, perché non aveva vinto la causa. La Corte d’Appello, invece, ha ribaltato il giudizio e ha stabilito che la neomamma va risarcita con 10.000 euro.
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