Fare sperimentazione animale è già di per sé una pratica controversa, anche all’interno dello stesso mondo scientifico che esprime dubbi e perplessità in misura crescente, ma ancora di più lo è se i test condotti sugli animali riguardano sostanze come fumo e alcol che creano dipendenza: a schierarsi con veemenza contro questa pratica è ancora una volta la Lav, la Lega antivivisezione, che promuove per due weekend una campagna di sensibilizzazione in decine di piazze italiane, per informare la popolazione su quello che non esitano a definire un ‘paradosso etico e scientifico‘.
Difficile comprendere il perché di questi test su esseri che hanno meccanismi mentali differenti dagli uomini, e pertanto la dipendenza che creano le sostanze psicotrope forniscono risultati scientificamente discutibili, se non addirittura inutili, sugli animali, mentre è certa la sofferenza atroce che provocano tali esperimenti condotti senza anestesia su topi e ratti in Italia, mentre all’estero queste prove di stress, resistenza o induzione di stati d’ansia o paura vengono sottoposte anche a primati. Va detto che la legislazione italiana è tra le più avanzate riguardo la messa a bando della sperimentazione animale, ma questa lacuna va ancora colmata, benché contenuta in una direttiva europea e recepita in un decreto legislativo che ne ha rimandato l’attuazione al 1 gennaio 2017: una dilazione sospetta secondo l’associazione, che nasconderebbe la scarsa volontà di attuare queste norme, che prevedono tra l’altro anche il bando dei cosiddetti xenotrapianti, ossia lo scambio di organi tra esemplari di specie diverse. Il punto è che non solo gli animali non si drogano e non bevono, ma questo spreco di denaro potrebbe essere utilizzato per contrastare davvero le dipendenze umane con appositi e specifici progetti, senza il ricorso ad esperimenti animali che non hanno ragione di esistere.
Roberto Mucelli, insegnante di modelli clinici delle dipendenze all’Università Sapienza di Roma, conferma che ‘i meccanismi di tossicodipendenza indotti negli animali sono totalmente diversi e non estensibili ai modelli di tossicodipendenza umani: sono diversi il funzionamento mentale, le motivazioni, il contesto di assunzione. Negli esseri umani il fattore psicologico è determinante e preminente. Modelli di sperimentazione che utilizzano animali, al di là di ogni considerazione di tipo etico, sono basati su un riduzionismo biologico che non tiene conto dell’assetto motivazionale, della storia dell’individuo e della profonda differenza nel modo di pensare: la tossicodipendenza è un fenomeno tipicamente umano e solo in questo contesto può essere studiata‘. La Lav intende in questo frangente ottenere un fronte di consenso popolare più ampio rispetto al semplice assenso di coloro che hanno a cuore la sorte degli animali, i movimenti e le associazioni ambientaliste, come già accaduto per le ricerche nel campo della cosmesi: grazie all’acquisto di uova di Pasqua nelle piazze in cui sarà presente il banco della Lav ogni cittadino potrà sostenere la campagna ‘Aiutali a uscirne’ chiedendo al ministero competente l’applicazione immediata delle norme. La sperimentazione animale, una pratica barbara e obsoleta di per sé, lo diventa ancora di più quando viene utilizzata per ottenere informazioni già note da tempo ai cittadini, in questo caso sulla nocività derivante dall’abuso di queste sostanze: a che pro dunque rinviare fino al prossimo anno la messa al bando di questi test?
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