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Sport bambini: quando iniziare e quali scegliere

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Hai un bambino piccolo e vorresti fargli fare uno sport ma non sai quale? Sei un genitore e non sai se far fare attività fisica al tuo piccolo erede sia la cosa più giusta per lui e per la sua lunga crescita? Ecco una interessante guida su cosa fare se si ha, in giro per casa, un giovane bimbo desideroso di giocare, divertirsi e cimentarsi in uno sport. Lo sport, concepito come attività di aggregazione e di coesione sociale, è fondamentale per la crescita di un bambino piccolo. La possibilità di cimentarsi con un gruppo di persone gli farà capire l’importanza di essere generosi con i propri compagni, ascoltare e rispettare gli altri e crescere con la concezione di unione con la comunità. Per i bambini, anche in età molto precoce, fare sport è molto importante anche a livello fisico. Alcuni studi, fatti da importanti Università sparse per il mondo, hanno dimostrato che la crescita psicofisica di un bambino che pratica sport è migliore rispetto ad un bimbo che non lo pratica.
Ecco nel dettaglio quando e quali sport scegliere per la crescita del tuo giovane bambino.

Quando iniziare

Partiamo da questa semplice domanda che molti genitori, alle prime armi, si pongono. I pediatri e studi universitari hanno confermato che l’attività fisica, anche in bambini che hanno una giovanissima età (anni 3,4,5,6), serve molto nella crescita psicofisica. Partendo dal concetto che non tutti gli sport sono uguali, gli esperti in materia consigliano di iniziare a far fare attività fisica tra i 3 e 5 anni. Molti sport completi ed impegnativi quali nuoto, ginnastica artistica e arti marziali hanno bisogno di una crescita costante. Nella ginnastica artistica per esempio, all’età di 4-5 anni, le giovanissime ginnaste si cimentano nelle prime gare ufficiali. Gli sport di squadra, quali il calcio, la pallavolo e il basket sono consigliati ad una età leggermente superiore (intorno ai 5-8 anni) per favorire la socializzazione all’interno di un contesto di gruppo.

Sport per bambini disabili, obesi, iperattivi e autistici

I bambini che non fanno attività rischiano, col passare del tempo, di diventare sovrappeso con i conseguenti problemi cardiaci. Negli ultimi anni, la triste “mania” dei bambini grassi sta spopolando anche in Italia. Lo sport, sotto questo punto di vista, è utilissimo per fa bruciare calorie e grassi in eccesso. Anche per i bambini iperattivi lo sport è un toccasana. Sfogare in campo o in palestra le proprie energie servirà al bambino per sentirsi più “scarico” e vivere meglio la propria giovane vita.
Diversi anni fa i bambini con delle disabilità avevano grossi problemi di inserimento nell’ambito sportivo. Solo l’equitazione era uno sport consentito a questi ragazzi. Negli ultimi anni sono stati fatti invece dei grossi passi avanti da parte di molte società sportive, aprendo nuovi orizzonti per i questi bambini. Gli studi fatti hanno dimostrato che i bambini affetti da disabilità, se praticano qualche sport (ormai tutte le discipline sono anche per disabili), migliorano decisamente anche a livello mentale. Si divertono, interagiscono con gli altri e migliorano la loro percezione della vita.

L’alimentazione adeguata

Partiamo subito da un mito da sfatare: i bambini prima di un allenamento, una partita o una corsa, non devono essere ipernutriti come invece pensa la maggior parte della gente. Questo provoca “pesantezza” sullo stomaco del bambino e potrebbe risentirne durante l’apice dello sforzo. L’alimentazione corretta dei giovanissimi bimbi è quella fatta di carboidrati. I carboidrati come un bel piatto di pasta, per intenderci, sono fondamentali prima dell’attività fisica perché non appesantiscono come invece succede cibandosi con una dieta a base di grassi. Al contrario, aiutano molto il bambino a rigenerare le energie nel momento del bisogno.

I consigli per i genitori

Se volete che vostro figlio faccia sport ci sono alcuni consigli utili da seguire per non creare turbe al proprio ragazzo. Lo sport è piacere, divertimento, passione e gioia. Questi valori devono essere trasmessi in primis dai genitori. Troppo spesso accade di vedere in partita di calcio o sport simili, genitori “ultras” che insultano, urlano ed inveiscono. Questo sfavorisce la crescita del proprio ragazzo che inizierà a vedere lo sport come un “problema” e sentirà la pressione addosso di deludere i genitori. La scelta della disciplina è fondamentale. I bambini devono essere liberi di scegliere il proprio sport senza interferenze. Obbligare i figli a fare uno sport rispetto ad un altro, porterà il ragazzo ad un disamore verso gli sport.

Luca Vanni

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