Il grande macigno che pesa sulle spalle del Servizio pubblico sono gli sprechi. La Rai ad oggi deve fare ancora i conti con i casi limite delle sedi regionali: non solo un elevato numero di dipendenti per raccontare, tra l’altro, sagre di paese ed eventi locali, ma anche spazi ritenuti troppo vasti per svolgere il lavoro da giornalista. Non ultimo, il caso: sette dipendenti in 900 metri quadri di spazio.
Già Massimo Giletti ne parlò nella sua Arena della domenica pomeriggio di Rai Uno. Se a dirlo è uno che in Rai ci lavora, allora è proprio vero: siamo a Sassari, tre redattori, un inviato speciale e tre tecnici. Per lavorare – bene o male non tocca a noi dirlo – hanno a disposizione 900 metri quadri.
Al tempo – le polemiche non mancarono – a difendere i dipendenti fu solo un senatore del PD che, insieme a loro, provò a gridare al complotto, provando a certificare l’elevata produzione di servizi giornalistici dei dipendenti in questione. Insomma, come a dire: lavorano tanto, quegli spazi – sì vasti – servono eccome.
Il palazzo in cui lavorano fu acquistato dall’Eni molti anni fa: a volerlo fu Antonio Segni, ex presidente della Repubblica. A Cagliari, invece, poco meno ma la falsa riga è quella: circa 100 dipendenti, la Rai paga l’affitto al Comune, nonostante abbia a disposizione l’ampia sede su riportata.
Il caso, ricostruito dalla Stampa, non è il solo riportato da Il Messaggero on line: oltre a questo, in Sardegna, altri casi giudicati “piccoli tesori” della Rai. Tra gli altri, infatti, un auditorium a Venezia che la Rai avrebbe a disposizione per la produzione televisiva spesso affidata invece ad esterni, anche se fanno sempre gola – l’importante è ricordarsene – i 700 metri quadri per 800 posti.