Recentemente gli scienziati hanno fatto una scoperta molto particolare: una specie sconosciuta ha arricchito la biodiversità. Vediamo di cosa si tratta.
La specie sconosciuta appena ritrovata è stata definita come aliena dagli scienziati per via di alcune caratteristiche peculiari.
Una specie sconosciuta è stata scoperta in Italia, all’interno della serra tropicale del MUSE ovvero a Trento, nel suo Museo delle Scienze. Alcuni ricercatori stavano praticando alcuni campionamenti quando si sono imbattuti in una nuova specie di lumaca che, fino ad oggi, non era ancora stata descritta. La scoperta di questa specie sconosciuta potrebbe dare il via alla rappresentazione di alcuni scenari relativamente a delle specie aliene.
Le lumache sono una specie di molluschi terrestri, molto diffuse in tutto il mondo, soprattutto in climi umidi e temperati. Sebbene possano essere considerate degli animali fastidiosi da molti giardinieri, le lumache svolgono un ruolo importante negli ecosistemi, e sono state anche utilizzate come fonte di cibo e rimedi naturali.
Tali molluschi di terra si nutrono di piante e vegetali, e in questo modo possono causare danni alle colture e ai giardini. In medicina tradizionale, le lumache sono state utilizzate come rimedio naturale per vari problemi di salute, come ferite, infezioni e disturbi respiratori.
Approfondiamo perché è importante la scoperta di una nuova specie aliena per la scienza.
La specie sconosciuta si chiama Barkeriella museensis (per via del malacologo Gary Barker), ovvero una lumaca che misura circa centimetri appartenente alla famiglia delle Rathouisiidae. La notizia del ritrovamento è stata pubblicata su Zoological Journal of the Linnean Society un magazine scientifico. Una scoperta avvenuta durante un campionamento, in collaborazione con l’Università polacca di Poznan.
Questa scoperta potrebbe essere preziosa perché potrebbe dare il via alla realizzazione di nuovi studi sulle specie aliene. La lumaca aliena, infatti, prima di oggi, non era mai stata studiata e non si è ancora ben compreso da quale areale sia originaria.
La scoperta è molto recente. Per questo motivo, sono ancora molti i nodi da sciogliere su questa lumaca. Il suo areale originario, per esempio, risulta ancora un mistero. Le ipotesi vogliono che provenga dal continente asiatico o australiano ma non si sa bene come possa essere arrivata in Italia, in Trentino. L’ipotesi più plausibile? Che sia arrivata con del terreno e/o piante esotiche provenienti da quelle zone.
Ulteriori ricerche saranno condotte dall’Università di Siena ma non è la prima volta che il MUSE è protagonista di nuove scoperte. Il suo responsabile Ricerca e Collezioni, Massimo Bernardi, ci ha tenuto a precisare che la struttura che gestisce negli ultimi dieci anni di lavori
“ha portato alla luce 50 nuove specie. Nelle nostre collezioni sono conservati oltre 700 olotipi, cioè gli esemplari di riferimento per la descrizione di nuove specie“.
Il responsabile ha affermato anche che esiste biodiversità ancora da scoprire e i frequentatori del museo lo sanno bene.
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