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Sarà colpa dei mutamenti climatici, dell’inquinamento o forse per qualche altra oscura ragione, ma negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di animali come balene, delfini e squali che si avvicinano troppo alle coste, mettendo a rischio la propria sopravvivenza. Oggi ad esempio ci vogliamo occupare degli squali recuperati dai bagnanti: sfidando la paura che queste specie giustamente suscitano nella popolazione, più di una volta pescatori ed anche persone comuni hanno dato una mano ai pescecani nel ritrovare la via dei mari più profondi, e in giro per il web non mancano video di salvataggi di squali che dimostrano le attività di recupero da parte dei bagnanti.
In Rete ha avuto ad esempio una certa eco la vicenda del giovane squalo bianco salvato su una spiaggia di Chatham, nello stato americano del Massachusetts: l’esemplare si era spiaggiato avvicinandosi troppo alla riva, ma fortunatamente alcune persone presenti sono intervenute in suo aiuto, continuandolo a bagnare in attesa che arrivassero i soccorsi per riportarlo al largo. Le numerose secchiate d’acqua sono state determinanti per tenerlo in vita, prima che gli esperti legassero la sua pinna alla barca per portalo di nuovo in direzione delle profondità oceaniche. In mezzo a tante storie di bagnanti e surfisti attaccati da squali troppo vicini alla riva, una storia di tutt’altro tenore che ha suscitato la curiosità dell’opinione pubblica.
Ancora più commovente è la vicenda accaduta in Sudafrica, su una spiaggia di Cape Town: mentre una famiglia passeggiava sul bagnasciuga, ha notato uno squalo morto con uno strano rigonfiamento sulla pancia. Il padre ha subito compreso che lo squalo era una femmina incinta, e dopo aver aperto la pancia con un coltello ha estratto tre squaletti ancora vivi che sono stati poi rigettati in mare.
Un caso recente è avvenuto anche in Italia, a Marina di Camerota in Campania, nei primi giorni di luglio: due bagnanti hanno avvistato uno squalo agonizzante che si dimenava in acqua, e con un pattino lo hanno portato a riva in attesa dell’arrivo dei veterinari. Purtroppo a dispetto di tutti i tentativi questa volta l’esemplare, uno squalo spinarolo, specie innocua per l’uomo, non è sopravvissuto allo spiaggiamento, troppo lunga era stata l’agonia.
Sono davvero numerosi i casi di squali recuperati dai bagnanti negli ultimi anni, e siamo certi che in futuro ne accadranno altri, esattamente come avviene per altri pesci e cetacei che per tante ragioni si allontanano dalle consuete rotte, finendo a contatto con l’uomo.
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