Continuano le proteste nello Sri Lanka, a causa della crisi economica e contro il Presidente. Ecco cosa sta succedendo e quante persone ne stanno subendo le conseguenze.
In Sri Lanka la situazione si fa sempre più critica: l’aggravarsi della crisi economica del Paese è esplosa nei giorni scorsi con il drammatico assalto al palazzo presidenziale.
Questo ha spinto il presidente Gotabaya Rajapaksa e il primo ministro a dare le dimissioni e fuggire, lasciando in bilico il futuro del Paese. Le proteste in queste ore continuano e il bilancio dei feriti si fa sempre più preoccupante.
Proteste in Sri Lanka: cosa sta succedendo?
Mesi fa sono iniziate numerose proteste di massa in Sri Lanka, a causa della crescente crisi economica che ha raggiunto un bivio questa settimana, dopo che sia il presidente che il primo ministro hanno accettato di dimettersi.
Lo scorso sabato, decine di migliaia di manifestanti hanno dato alle fiamme la residenza del primo ministro e hanno occupato il palazzo presidenziale.
Ma perché sono nate queste manifestazioni anche pericolose? Le proteste contro il governo di Rajapaksa hanno scosso Colombo, la capitale, dallo scorso marzo, poiché le persone hanno trovato sempre più difficile acquistare beni di prima necessità come cibo e carburante.
Una vera e propria crisi umanitaria, scoppiata nel Paese, dove quasi 22 milioni di persone lottano per assicurarsi anche le piccole necessità quotidiane, poiché la diminuzione dell’offerta e la crescente inflazione hanno fatto aumentare decisamente tutti i prezzi.
Le vittime delle proteste: 42 feriti e un morto
Le proteste continuano e il premier ora in carica, Ranil Wickremesing, ha chiesto alle forze dell’ordine di fare di tutto per sedare le manifestazioni, che stanno diventando a tratti anche violente.
Al momento, il bilancio delle vittime è di almeno 42 feriti e un morto, un ragazzo di 26 anni che a causa dei lacrimogeni ha avuto difficoltà respiratorie che sono state fatali.
In un discorso trasmesso in tv, il premier ha chiesto ai manifestanti di fermarsi, dicendo di lasciare il suo ufficio e di non permettere di far entrare i fascisti nel loro governo.
Una situazione critica che in Sri Lanka, una delle peggiori crisi dall’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1948. Oltre 22 milioni di abitanti devono lottare continuamente e queste proteste, che ormai sono all’ordine del giorno, a cosa serviranno?
Intanto, come riporta Adnkronos, per oggi sono previsti colloqui tra lo speaker del Parlamento e i leader politici, per valutare l’offerta del premier di dimettersi e lasciare all’Assemblea la nomina di un successore.
Per il 20 luglio, inoltre, ci sarà il voto in Parlamento per scegliere il nuovo presidente, ma tutto dipende dalle dimissioni di Rajapaksa, in carica da novembre 2019.