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Sta per iniziare la maturità 2023: oggi c’è la riunione plenaria in cui si insediano i docenti

La tanto attesa maturità 2023 sta per iniziare. La prima prova di italiano si terrà mercoledì 21 giugno. Oggi è prevista la riunione plenaria in cui si insedieranno i docenti. 

Esame di maturità 2023-nanopress.it

La maturità di quest’anno vedrà impiegati circa 536.008 studenti, mentre le commissioni d’esame saranno circa 14.000, per un totale di 27.895 classi. Durante la giornata di oggi si terrà la riunione plenaria in cui si insedieranno i docenti con le commissioni miste, per la definizione dei lavori. 

La maturità 2023 sta per iniziare, oggi le riunioni plenarie

La maturità fa parte delle tappe di vita della maggior parte di noi e rappresenta un passaggio essenziale, in quanto attraverso quest’ultima si fa il primo piccolo passo verso il mondo degli adulti. 

Il giorno della maturità, con tutte le emozioni, le paure e le ansie che ne derivano, non si scorda facilmente.

Mercoledì 21 giugno inizierà la maturità 2023. La prima prova sarà quella di italiano, a seguire vi sarà poi la seconda prova scritta nelle materie d’indirizzo e poi l’orale.

Altra caratteristica della maturità 2023 è che quest’anno l’esame ritornerà a svolgersi nelle modalità normali. Si tratta del primo anno di “ritorno alla normalità” dopo il Covid19. 

In ogni caso, durante la giornata di oggi sono previste le riunioni plenarie tra le commissioni miste, ossia composte da tre docenti esterni più il presidente, per la programmazione dei lavori e la definizione del calendario dei colloqui. 

La protesta dei sindacalisti rispetto agli stipendi dei docenti

Dopo ben tre anni di Covid, si ritorna, dunque, alle modalità classiche di svolgimento degli esami. Nonostante le numerose variazioni che in questi anni hanno caratterizzato l’ambito scolastico e il lavoro del personale, invariati sono rimasti gli stipendi. 

I sindacati, infatti, lamentano che i docenti e i dirigenti scolastici stanno ancora attendendo remunerazioni risalenti a 15 anni fa, quando fu approvato il decreto interministeriale del 2007.

“Come si fa a pensare di remunerare con compensi così inadeguati degli insegnanti professionisti che già percepiscono stipendi mossi in avanti solamente nel 2018, del 3,42%, e poi lo scorso dicembre con Anief firmataria, di oltre il 4%?”.

Afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, aggiungendo che la questione degli stipendi nei confronti degli insegnanti è ancora più ingiusta e fuori luogo, se si pensa che l’inflazione aumenta vertiginosamente e i costi della vita si fanno sempre più insostenibili.

Insegnante e ragazzi in aula scolastica – nanopress.it

Ed effettivamente gli insegnanti italiani sono i meno remunerati a livello europeo, il che è paradossale in vista del fondamentale compito che svolgono. Forse i politici non si rendono conto che il compito di maestre, maestri, professori e professoresse è quello di formare ed educare culturalmente e non solo, il futuro del paese, i giovani. 

Viene da sé, dunque, che è assurdo pensare di sminuire in questo modo un lavoro del genere.

“Ma come può un docente essere sereno se il compromesso per il suo lavoro viene considerato dallo Stato per cui lavora meno importante di quello, con tutto il rispetto, di un operaio non specializzato?”.

Conclude Pacifico.

Roberta de Vargas Macciucca

Nata il 2 ottobre 1999 a Napoli, fin da piccola appassionatissima al mondo del giornalismo. Sono laureata in scienze politiche e relazioni internazionali. Amo viaggiare, esplorare e scoprire.

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