Riaprire gli stadi oggi è “una giusta decisione” e 1.000 posti “sono troppo pochi”. A dirlo è Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, intervenuto ai microfoni di Cusano Italia Tv. “A maggio ero contrario, perché secondo me per gli stadi aperti era troppo presto. Però poi visto l’andamento dei contagi, con numeri sotto controllo, si trattava solo di aspettare. Ora ritengo sia giusta la decisione di riaprire gli stadi, ovviamente non la capienza completa dello stadio. Ritengo però che siano troppo pochi mille posti”, dice il viceministro.
Sileri opta per una riapertura graduale, che consenta un utilizzo dello stadio con le dovute misure di sicurezza: la distanza, l’uso della mascherina, e con la capienza che può andare via via aumentando. Anche se “è chiaro che una riapertura totale in questo periodo non potrà esserci”.
La posizione di Sileri si contrappone a quella del coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, secondo il quale sarebbe “una follia” riaprire a più di mille tifosi. Dello stesso parere anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, secondo il quale il 3 giugno è stata una sorta di Festa della Liberazione e “si è esagerato rispetto alla riapertura, ad esempio delle discoteche”.
Stadi aperti? “Una riapertura del 50% sarebbe una follia. Con mille persone in uno stadio di 80.000, con la distanza e le mascherine, il rischio aumenta di quasi zero, quindi non è quello che ci preoccupa, però bisogna sempre tenere conto del rischio sanitario, bisogna vedere qual è l’accettabilità del rischio rispetto al beneficio economico e sociale“.
La riapertura degli stadi è un tema che unisce o meglio, avvicina, anche rappresentanti di fazioni politiche opposte. A Firenze, al sindaco del Partito Democratico, Dario Nardella la riapertura degli stadi non piace. Anche se limitata. “Mentre l’Europa ritorna nell’emergenza Covid-19, in Italia riaprono parzialmente gli stadi. Condivido le perplessità dei tifosi. Per noi, impegnati al massimo per la sicurezza nelle scuole, riaprire gli spalti può diventare un problema serio in questo momento delicato. Era così necessario?“, dice il primo cittadino. Dello stesso avviso anche il governatore della Liguria, appena rieletto, Giovanni Toti: “A chi mi chiede degli stadi, rispondo che abbiamo altre priorità”.
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