La stagione della caccia è ormai alle porte: il calendario venatorio prevede che dal primo settembre gli amanti delle doppiette possano avere campo libero, nei limiti previsti dalla legge, per sparare contro gli uccelli e gli altri animali a cui è consentito farlo. Ma come ogni anno scendono in campo le associazioni animaliste che da tempo si battono per l’abolizione con una serie di proposte ed iniziative: la polemica trova terreno fertile nell’opinione pubblica dopo gli ultimi episodi di grande rilevanza internazionale avvenuti sulla rotta Africa-Usa, ed anche in Europa gli animalisti sono pronti a porre un definitivo stop alla caccia.
Sono diverse le proposte di abolizione avanzate in questi anni, alcune sono state anche fatte proprie da taluni movimenti politici, come in Italia dal M5Stelle di Beppe Grillo, ma per quanto l’opinione pubblica sia sostanzialmente faorevole, gli incidenti anche in campo legislativo sono sempre dietro l’angolo: basti pensare che proprio quest’anno a Malta ad esempio ha vinto il ‘No’ al referendum per l’abolizione della caccia primaverile. L’Aidaa all’inizio del 2015 ha sottolineato come la pratica venatoria comporti diverse vittime non solo tra gli animali, come dimostrano i numeri snocciolati: ‘La caccia nel corso del 2014 ha fatto una vera e propria strage. Ci limitiamo a dare i numeri ufficiali dei morti e dei feriti dalle fucilate dei cacciatori nello scorso anno a cavallo tra le stagioni di caccia 2013-14 e 2014-15. Complessivamente i morti sono stati 82 di questi 79 cacciatori in maggioranza sopra i 60 anni e 3 persone comuni coinvolte. I feriti sono stati complessivamente 129 di questi 102 cacciatori e 27 persone comuni‘. La media è di un morto ogni giorno e mezzo e di un ferito al giorno nel periodo previsto, dati davvero impressionanti.
Qualche vittoria in ambito legislativo ad ogni modo è stata raggiunta: poche settimane fa ad esempio in Italia è stata recepita dal Parlamento la legge che vieta di utilizzare richiami vivi per la caccia: una vittoria festeggiata con soddisfazione dalla Lipu e dalle altre associazioni che chiedevano a deputati e senatori uno sforzo per raggiungere l’obiettivo di non utilizzare più merli, tordi, allodole ed altri piccoli uccelli migratori come esche per cacciare altri uccelli più grandi. ‘Una pratica violenta e indecorosa, costata danni alla biodiversità e procedure di infrazione. Abbiamo atteso questo risultato per 50 anni, perché la lotta all’uccellagione è la ragione stessa per cui la Lipu nel 1965 è nata. Si rassegnino dunque gli uccellatori italiani: dopo decenni di danni fatti alla natura, possono finalmente andare in pensione e limitarsi a godere dei tristi ricordi‘. Siamo ancora lontani dal raggiungere l’obiettivo di un’abolizione della caccia, ma le associazioni animaliste perseguiranno nella loro battaglia allo scopo di cancellare questo ‘sport’ per sempre, in Italia come nel resto del mondo.