Una storia che probabilmente poteva succedere solamente negli Stati Uniti d’America: un 13enne realizza un dispositivo in grado di stampare fogli con alfabeto braille utilizzando semplicemente un kit di LEGO per progettare e confezionare robottini fatti in casa. Il padre – che lo ha assistito durante tutto l’iter – lo finanzia di ulteriori 35.000 dollari e così si realizza un prototipo perfettamente funzionante in grado di abbattere in modo netto e deciso i costi per questo tipo di gadget. La voce arriva ad Intel che propone una collaborazione e un sontuoso budget per la produzione in serie.
Il sogno americano di iniziare con niente e conquistare il mondo continua ancora a dimostrazione che, nonostante tutte le brutte storie e una società il cui equilibrio è appeso a un filo, è ancora la terra delle opportunità. Il protagonista della vicenda è tale Shubham Banerjee, un 13enne che stava cercando un argomento valido per il progetto scolastico. Durante una cena con i genitori lancia una curiosità: come fanno i non vedenti a leggere? Da lì il consiglio a recarsi su Google per andare a informarsi in modo approfondito. Una ricerca tira l’altra e così si imbatte nelle stampanti Braille.
I modelli esistenti sono molto costosi – nell’ordine di 1500 euro circa – e piuttosto ingombranti dato che pesano circa 10 chilogrammi. E perché non volersi dedicare proprio a questo progetto, andando a realizzare una stampante più portatile e soprattutto economica? Così il buon 13enne di Santa Clara prende il proprio kit robotico Lego Mindstorms EV3 e – in cucina – confeziona una piccola printer in grado di ottenere proprio fogli stampati a braille. Ma non era ancora sufficiente: il suo obiettivo era quello di abbassare ancora di più il prezzo fino a un limite di 350 dollari.
Così, con l’aiuto economico del padre ha realizzato Braigo Labs, sfruttando un budget di circa 35.000 dollari. Funziona alla perfezione ed è così interessante e ha così grandi potenzialità che Intel si è fatta avanti. Edward Ross, responsabile di Inventor Platforms, ha commentato che “Sta davvero risolvendo un problema reale, con un oggetto che rompe in modo deciso col passato“. E così ha messo mano al portafogli staccando un assegno pesante. Per ora a capo della startup c’è la madre di Shubham, ma non appena avrà compiuto 18 anni potrà sedersi proprio lui sulla poltrona principale.