Sapevi che secondo una nuova statistica c’è una regione che detiene il primato per l’economia sommersa? Scopriamo di quale regione si tratta!
Le regioni con economia sommersa sono quelle regioni in cui vi è una maggiore evasione, quindi vuol dire che vengono pagate in contanti proprio per non essere tracciate. Ad avere il tasso più elevato di economia sommersa è la Calabria, scopriamo tutto su questo fenomeno che interessa il sud in modo particolare.
Cos’è l’economia sommersa
Cosa si intende per economia sommersa? Si tratta dell’economia non osservata in cui rientrano attività economiche che non vengono rilevate per vari motivi. Rientrano in questa definizione le attività non dichiarate anche se legali, i lavori illeciti che vanno contro quanto disposto dal codice penale, l’economia informale.
Tutte queste attività vengono inquadrate in quella che viene detta area economica grigia e assume diversi aspetti. Scopriamo qual è la regione italiana in cui c’è una percentuale maggiore di lavoro sommerso.
La Calabria la regione con più economia sommersa
I dati dell’indagine svolta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno messo in evidenza come sia la Calabria la regione italiana in cui vi è la percentuale maggiore di economia sommersa. La regione, infatti, è al primo posto in classifica per evasione fiscale, ma è anche quella dove c’è più lavoro irregolare, illegalità in economia e tutto ciò che rientra nel sommerso economico.
Nella relazione 2022 del Mef è stato rilevato come sia pari al 12,6% l’economia non osservata riguardante il valore aggiunto. Invece, nel complesso il riflesso sul Pil tocca il 2%. Si tratta di un distacco netto tra le regioni del Nord e quelle meridionali.
L’evasione fiscale nel mezzogiorno è pari al 18,2% del valore aggiunto, mentre nelle regioni del nord è del 10,4%. L’economia non osservata nel centro è al 10%. Il 20% interessa invece la sola Calabria, sono sotto la percentuale del 10% regioni come Lombardia, Bolzano o Trento.
Economia sommersa in Calabria
Per comprendere quanto è grave la situazione dell’economia sommersa in Calabria, bisogna sapere che su ogni euro di Pil prodotto nella regione oltre 20 centesimi derivano dalle attività in nero. Facendo la somma fra le sotto-dichiarazioni, il lavoro non in regola e altre attività sommerse, la regione scatta al primo posto nella classifica nazionale.
Dai dati diffusi si evince come nelle regioni dove si usa maggiormente contante è più diffusa l’evasione dell’Iva. Oltre alla Calabria, anche la Campania risulta nei primi posti della classifica come regione dove è più alta la percentuale dell’economia sommersa.
Dalle stime si calcola che il sommerso tocchi punte del 21% dell’economia complessiva, che è pari ad oltre il 90% delle transazioni in contante. Sono completamente opposte alla Calabria e alla Campania la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna.
Normativa su utilizzo contante non lineare
Come sottolineato dall’Upb, non c’è linearità sulla disciplina dell’utilizzo del contante. Tuttavia, negli ultimi anni c’è stata una riduzione graduale del limite di uso del contante. Il governo precedente aveva portato a mille euro il limite massimo di spesa contante, mente è passato a 5mila con il governo attuale.
La soglia minima di obbligo del POS per pagare con carte e bancomat va pure verso questa direzione, infatti è stata fissata a 60 euro la soglia massima per pagare, mentre per somme inferiore non è obbligatorio pagare con la carta.
In questo modo la norma che mira a combattere l’evasione fiscale diventa meno restrittiva. Fra questi troviamo la fatturazione elettronica, lo split payment, gli scontrini inviati per via telematica. L’Upb ha ribadito che un limite contenuto all’uso del denaro contante fa parte delle misure messe in atto per combattere il riciclaggio e l’evasione.
Queste misure sono idonee a monitorare il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale e insieme alle altre strategie assicurano risultati certi.