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“Gli allerta vengono vissuti come qualcosa che rimane in una frase, in un sms, perché manca la previsione di protezione civile, cioè la capacità di immaginare scenari di rischio con i quali si costruisce la pianificazione della protezione civile stessa“. Lo ha detto il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, nel suo intervento agli Stati generali contro il dissesto idrogeologico organizzati dalla struttura di Missione #italiasicura del governo.
Anche se “è giusto” programmare “con intelligenza” la gestione del rischio, “non dobbiamo fare l’errore di pensare” che durante e dopo la messa in sicurezza del territorio e la realizzazione di opere di prevenzione “i rischi siano pari a zero” – ha detto Gabrielli. Anche se “l’emergenza non può essere la gestione esclusiva di questo Paese“, ha aggiunto Gabrielli, quella del rischio “è una situazione che caratterizzerà sempre il nostro Paese“.
“Dobbiamo investire in pianificazione della protezione civile – ha aggiunto Gabrielli – per rispondere a domande come ‘Cosa c’è dietro la criticità ordinaria?’ e ‘Quali sono gli effetti che si possono verificare anche con buoni interventi strutturali?’“. “Le vicende che hanno interessato la Liguria questa notte in parte possono essere immaginate come problemi risolvibili con la programmazione“. “Le reazioni dei sindaci sono dovute anche alla loro solitudine” – ha detto il capo della protezione civile nel suo intervento. “I sindaci – ha aggiunto – devono essere responsabili ma tutti dobbiamo dare una mano ai primi cittadini che non possono essere lasciati soli“.
Le dichiarazioni di Bernardo De Bernardinis
Bernardo De Bernardinis, l’ex vice capo della Protezione civile condannato a due anni in appello per omicidio colposo e lesioni colpolose in relazione al terremoto dell’Aquila del 2009, è intervenuto, in qualità di presidente dell’Istituto superiore della protezione dell’ambiente, agli stati generali sul dissesto idrogeologico. Nel corso del suo intervento non ha fatto riferimento alla vicenda dell’Aquila. Parlando del dissesto idrogeologico, ha sottolineato che spesso il problema nasce in fase di realizzazione degli immobili. “Gli abusi – ha detto – sono una persecuzione. Il tribunale di Reggio Calabria – ha raccontato a titolo di esempio – è realizzato al centro di una delle fiumare principali della città. La caserma dei vigili del fuoco è realizzata in una zona esondabile di Aulla, in provincia di Massa Carrara. E potrei continuare – ha aggiunto – con tutti gli edifici pubblici che sostanzialmente in questi anni hanno violato il territorio“.
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