157 sì, 125 no e 3 astensioni: è il quadro dei voti, in Senato, che ha condotto all’approvazione della mozione di maggioranza sulla proroga dello stato di emergenza per Coronavirus. La nuova data di scadenza è il 15 ottobre, ma cosa comporta questa decisione? gli effetti per il Paese e per i cittadini.
Conte aveva già chiarito le aperture alla proroga dello stato di emergenza per il Coronavirus, e il Senato ha dato via libera alla mozione che fissa la scadenza al 15 ottobre prossimo. Il tutto nello spettro delle prospettive invocate dall’esecutivo per gestire le future fasi della crisi innescata dalla pandemia e nel rumore di fondo delle opposizioni, che tuonano contro la decisione di allungare i termini della cautela e delle restrizioni.
Un passo “inevitabile e legittimo“, secondo il premier, perché “il virus continua a circolare“. Parole che si innestano in un clima di dibattito incandescente, tra negazionisti e non, nel seno di una protesta anti emergenza come quella portata avanti dal leader della Lega, Matteo Salvini (protagonista di una rovente polemica dopo il rifiuto della mascherina a Palazzo Madama).
Il Governo, riporta Ansa, ha invitato maggioranza e opposizione a una “convergenza” sull’argomento. Auspicio che sembrerebbe facilmente destinato a prematura delusione alla luce delle livide posizioni di Giorgia Meloni (per cui la proroga sarebbe una “pericolosissima deriva liberticida“) e lo stesso ex titolare del Viminale nella prima era Conte (Salvini si sarebbe detto “sconcertato” nel rivolgersi a Mattarella proprio sulla questione).
Ma cosa comporta esattamente la proroga? Il premier ne ha descritto anzitutto la principale cornice di necessità: serve a preservare l’effetto di 38 ordinanze e dei conseguenti provvedimenti attuativi in materia di contrasto e gestione dell’emergenza Covid-19. Per i cittadini cambia qualcosa? C’è chi intravede (e teme) lo spettro un nuovo lockdown, ma vediamo come stanno le cose.
Il Dpcm del 25 febbraio scorso ha aperto a rapporti di lavoro in smart working senza necessità di accordi individuali previsti dalla legge 81/2017 nelle 6 regioni italiane più colpite dalla crisi sanitaria. Con il provvedimento del 1° marzo successivo, questa modalità semplificata è stata estesa a tutto il territorio nazionale fino alla scadenza dello stato di emergenza (inizialmente al 31 luglio). La proroga al 15 ottobre prossimo allunga ulteriormente la “vita” di questa opzione. Per l’intera durata dell’emergenza, i lavoratori con figli sotto i 14 anni hanno diritto a svolgere il proprio lavoro secondo la formula smart come previsto dal decreto Rilancio.
Nell’ottica dell’esecutivo, lo stato di emergenza prolungato consentirà al commissario Domenico Arcuri di mettere a punto misure straordinarie per la scuola (ai nastri della ripartenza dal prossimo settembre, come confermato dal ministro Azzolina): dall’acquisto di banchi al completamento del piano sicurezza con percorsi agevolati (acquistare il materiale necessario come mascherine, gel, distanziatori in plexiglas, saltando i passaggi standard per l’affidamento degli appalti).
Lo stato d’emergenza permetterà anche il blocco dei collegamenti (voli aerei, treni e altri mezzi di trasporto) con Paesi a rischio per motivi sanitari. Consente anche di limitare gli ingressi (attualmente sono 16 le nazioni sotto questo divieto di accesso in Italia).
In caso di necessità per nuovi focolai, la proroga permetterà al Governo di istituire zone rosse blindate da e per l’esterno, con un rafforzamento dei controlli in emergenza.
Previsto anche “il noleggio di navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti”, ha precisato Giuseppe Conte, intervento che il Governo potrebbe mettere in campo nei prossimi mesi secondo l’andamento dei flussi di immigrazione nel Paese.
La conferma dello stato di emergenza si riflette anche sui prossimi pagamenti delle pensioni: saranno erogate in anticipo rispetto al calendario ordinario anche dopo il mese di agosto e fino alla scadenza del 15 ottobre 2020. Il provvedimento interessa anche le indennità di accompagnamento per gli invalidi civili. La modalità sarà quella già sperimentata nei mesi scorsi: accesso contingentato e scaglionato presso gli uffici postali e appuntamento in banca.
Resta l’obbligo di indossare le mascherine nel luoghi al chiuso e sui mezzi pubblici di trasporto, così come nelle attività commerciali (bar, ristoranti, musei, negozi, parrucchieri, centri estetici ecc.) sia per il personale che per i clienti. I bimbi sotto i 6 anni o affetti da forme di disabilità incompatibili con l’uso continuativo del dpi (così come chi interagisce con loro) non sono soggetti all’obbligo del dispositivo di protezione individuale. Restano in piedi anche il divieto di assembramento e l’obbligo di mantenere la distanza interpersonale di sicurezza di almeno 1 metro (all’aperto scatta l’obbligo di mascherina se non è possibile garantire il distanziamento). Igiene costante e accurata delle mani prioritaria e divieto di uscita per chi ha temperatura sopra i 37,5° C.
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