Il corpo privo di vita di Stéphane Hache è stato trovo 24 ore dopo l’attentato di Parigi del 13 novembre scorso: non è stato freddato direttamente dalla furia omicida dei terroristi, né si trovava in compagnia di una persona cara: è morto tragicamente nel suo appartamento vicino al Bataclan, colpito da un proiettile vagante.
Stéphane è morto completamente solo, in quel monolocale che era diventata la sua casa da nemmeno due settimane: è la vittima numero 130 della strage di Parigi.
Non aveva una famiglia, di lui qualche collega racconta che ‘era un uomo affascinante’, ma niente di più. L’unico legame solido della sua vita è stato quello con i genitori, con i quali aveva vissuto a Les Sables-d’Olonn, sino a prima dello spostamento a Parigi.
Si era trasferito per cercare un nuovo lavoro: prima faceva il maître in un hotel affacciato sul mare.
Da due settimane viveva in Passage Saint-Pierre-Amelot, praticamente a due passi dal Bataclan: nella tragica notte della strage era in casa e all’improvviso un proiettile di kalashnikov dei terroristi l’ha colpito a morte.
I genitori non si sono subito preoccupati per l’incolumità del figlio, perché sapevano che non amava la musica che quella sera andava in scena al Bataclan… di certo non sospettavano che potesse venire colpito entro le mura di casa!
Quando però Stéphane ha continuato a non rispondere al cellulare, hanno iniziato ad avere paura e hanno chiamato la Polizia.
Il suo corpo è stato trovato riverso sul pavimento dai Pompieri.
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