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E’ atteso nei cinema italiani da giovedì 22 gennaio 2015 il film Still Alice di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, tratto dall’omonimo romanzo (pubblicato in Italia con il titolo Perdersi) di Lisa Genova. La pellicola, che tratta il delicato tema dell’Alzheimer, vede protagonista principale una stupenda Julianne Moore in odore di Oscar.
Alice Howland (Julianne Moore) è una brillante donna di cinquant’anni che insegna linguistica presso la Columbia University e vive in una famiglia felice, con un marito amorevole, John (Alec Baldwin), e tre figli stupendi tra cui Lydia (Kristen Stewart) che aspira a fare l’attrice. Un giorno però qualcosa improvvisamente si rompe: mentre sta tenendo una lezione a Los Angeles, a metà di una frase dimentica un termine importante e resta ad aspettare imbarazzata di trovare un sinonimo, cosa piuttosto insolita per lei. Sono purtroppo i primi sintomi di una terribile malattia, l’Alzheimer precoce, che un neurologo gli diagnostica dopo averla sottoposta ad alcuni test.
Inizialmente Alice tiene nascosto il dramma ai suoi familiari, ma alla fine si arrende e racconta tutto al marito John che le suggerisce di sottoporsi a ulteriori esami. I risultati del test genetico sono però ancora più agghiaccianti: la donna risulta infatti positiva al gene presenilin-1, indicatore dell’Alzheimer precoce ereditario, una rara forma della malattia che ha il 50% delle possibilità di essere trasmesso anche nei suoi figli. Alice e John non possono fare a meno di comunicarglielo durante una drammatica riunione di famiglia, durante la quale i tre ragazzi rimangono sconvolti e fanno enorme fatica a elaborare la cosa. E nel corso delle settimane successive, Alice deve affrontare le difficili conseguenze della malattia sul suo matrimonio, sulla sua famiglia e sul suo lavoro…
Quando Still Alice uscirà in Italia sapremo già se Julianne Moore avrà vinto il Golden Globe 2015 come miglior attrice in un film drammatico (secondo i più autorevoli bookmaker non ci dovrebbero essere dubbi) e se avrà ottenuto anche la nomination agli Oscar del prossimo 22 febbraio (una pura formalità). Due indicatori che testimoniano a favore di un’interpretazione destinata a passare alla storia del cinema recente e che pongono l’affascinante attrice statunitense, peraltro già premiata in passato a Cannes (Maps to the Stars), Venezia (Lontano dal Paradiso) e Berlino (The Hours), sull’olimpo delle più grandi attrici di ogni tempo.
Da non sottovalutare, però, anche la performance recitativa di una Kristen Stewart sempre più a suo agio in ruoli drammatici di un certo spessore (come visto anche nel recente Sils Maria) dopo l’addio alla saga adolescenziale di Twilight.
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