La manovra che ha approvato la Legge di Bilancio innalzerà lo stipendio di alcune categorie di lavoratori. Vediamo quali.
Anche se gli aumenti non saranno eccessivi, lo stipendio aumenterà in virtù del taglio del cuneo fiscale al 3%. Vediamone i dettagli.
La legge di Bilancio, diventata effettiva con il maxi emendamento previsto, ha aumentato lo stipendio ad alcuni lavoratori. La loro soglia di reddito, praticamente, sarà aumentata anche se di poco, grazie al taglio, al 3% del cuneo fiscale. La chiacchierata Legge di Bilancio, che ha previsto delle modifiche sostanziali anche al Reddito di Cittadinanza, per alcune categorie di lavoratori può essere un vantaggio.
In particolare, dai 20.000 euro previsti all’inizio, si è passati a 25.000 euro che costituiscono, ovvero, circa 1.923 euro mensili. Ciò di cui stiamo parlando, costituisce una proroga di ciò che era stato introdotto da Draghi con il suo governo, ovvero la proroga del 2% che, per il 2023, è stata aumentata di un 1% in più.
Stando ai dati trasmessi dall’Istat, il taglio del 3% interesserà gli stipendi di 15,4 milioni di lavoratori dipendenti. Una parte di essi, ovvero 4,2 milioni, si trovano al di sotto di una soglia di 7500 euro.
Per chi percepisce redditi compresi tra i 25000 ed i 35000 euro che, mensilmente, corrispondono a 1923 euro circa o 2692, lo stipendio avrà un taglio del cuneo fiscale soltanto del 2%. Per entrambe le categorie di lavoratori, la retribuzione subirà un aumento che potrà essere relativo alla tredicesima di dicembre ma anche ai ratei. Ciò sarà vero soprattutto se la mensilità in supplemento è mensile.
Per quanto riguarda le pensioni, invece, esse sono generalmente composte da un’aliquota del 33% che, scorporata sarà: 23,81% corrisposti dal datore di lavoro e 9,19 corrisposti dal lavoratore. Per semplificare, i lavoratori dipendenti con uno stipendio fino a 25 mila euro lordi, nell’anno in corso sborseranno un punto percentuale in meno rispetto al 2022. Non subirà variazioni chi percepisce redditi da lavoro dipendente tra i 25 mila e i 35 mila euro. Di conseguenza, per la categoria precedente di lavoratori, lo stipendio può migliorare. Ciò che manca, nella copertura contributiva, verrà assicurata dallo Stato.
In questo scenario, scende anche l’imponibile fiscale poiché la riduzione dei contribuiti andrà ad incidere sull’onere deducibile ovvero sui contributi obbligatori. In busta paga, il netto sarà inferiore alla decontribuzione.
Lo stipendio, dunque, per ciascun lavoratore, dipenderà dalle fasce di reddito. Ad esempio, i lavoratori che percepiscono in un anno, un totale di stipendio fino a 10 mila euro (13 mensilità) avrà una maggiorazione in un anno pari a 231 euro ovvero 19,25 euro al mese.
La maggiorazione di 345 euro e 69 centesimi interesserà i lavoratori che, in un anno, percepiscono un totale di 17500 euro. I 345 euro saranno totali poiché ogni mese, tali lavoratori vedranno un risparmio di 28,81 euro.
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