Stiamo tornando davvero alla normalità? Bassetti, Gismondo, Pregliasco e Galli dicono la loro sulla possibilità di ritornare ad una vita “normale”.
Il 21 febbraio del 2020 è una data che l’Italia difficilmente dimenticherà. I primi casi di Covid iniziarono a propagarsi a velocità nel nostro paese. La vita di tutti i giorni è cambiata drasticamente, modificando inevitabilmente la vita di ognuno di noi. Con il passare del tempo, siamo passati da una restrizione ad un altra fino ad oggi. Vediamo insieme cosa è cambiato e cosa pensano al riguardo gli esperti sull’argomento.
Sono passati quasi tre anni dalla comunicazione da parte della Cina di una diffusione anomala di una specie alterata e aggressiva di polmonite.
Il 31 gennaio ha segnato il vero inizio del Covid, quando, la Cina ha pubblicamente ammesso i primi casi di Coronavirus, propagatosi in un mercato della città, centro dell’epidemia.
Il 10 Gennaio inizia la lotta contro il “male” che ha portato in poco tempo il mondo a piegarsi ad esso.
Da qui in poi, come sappiamo, sono iniziate le restrizioni, l’isolamento, l’uso delle mascherine, i vari lockdown e i vaccini. Tutto ciò ci ha portato certamente ad un lento e doloro abbandono della vita “normale”.
In questi giorni il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ha comunicato la possibilità che nelle prossime settimane l’Italia potrebbe fare un passo in più verso la normalità.
Lo stop all’isolamento per i positivi al Covid sembra essere un traguardo raggiungibile nei prossimi giorni, che potrebbe portarci verso la l’obiettivo finale: convivere con il virus.
A commentare questa papabile possibilità, sono intervenuti come di consueti i virologi e gli esperti Italiani.
Bassetti parla di questa scelta come un “passaggio fondamentale” per il Paese.
La decisione di abolire l’isolamento è approvata dal famoso virologo italiano, che ci spiega come sia differente oggi la figura del soggetto positivo.
Ciò detto certamente dalla somministrazione del vaccino agli Italiani, che ad oggi conta circa 47,9 milioni di persone. È giusto perciò dare fiducia ai cittadini, che dovrebbero ormai conoscere le giuste regole per evitare una nuova ondata di casi.
Secondo il direttore responsabile di microbiologia clinica e virologa dell’Ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, l’attuazione di questo cambiamento sarebbe già dovuto avvenire. Basandosi sui sintomi ad oggi riscontrati nei pazienti positivi, la misura restrittiva attualmente in vigore sarebbe eccessiva.
Ad avvalorale la tesi Gismondo sostiene che gli Italiani pur di non rimanere segregati tra le mura di casa, evitano di effettuare un tampone in farmacia o clinica privata. Pertanto, mantenere questa regola è ormai inutile.
Questo timore è stato anche evidenziato dal Direttore Sanitario dell’IRCCS Fabrizio Pregliasco, che ha sollecitato gli italiani ad essere più responsabili.
Altro esperto sul fronte Coronavirus è certamente l’infettivologo Massimo Galli, che insieme al presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Filippo Anelli non sono pienamente d’accordo con questa decisione.
Questi due esperti sul territorio Italiano, non ritengono ancora sicuro abbandonare questo obbligo, in quanto i casi ad oggi non sono del tutto stabili e non possiamo escludere una nuova ondata.
Secondo Galli quindi, l’ipotesi portata avanti da Costa è certamente comprensibile, ma sarebbe opportuno attande ancora qualche settimana prima di tentare un approccio del genere.
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