L’hanno stordita con dosi massicce della cosiddetta droga dello stupro e l’hanno violentata per ore, in branco, ma lei, pur tra i dolori e i ricordi confusi, è riuscita a denunciarli, facendoli arrestare. Tre uomini di 47, 28 e 31 anni sono stati fermati dai Carabinieri dopo la denuncia di una 22enne, sopravvissuta a una notte da incubo: due sono recidivi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tutto è avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 aprile. La ragazza era stata invitata in un bar di via Crema a Milano per bere qualcosa: non poteva sapere che i tre, che conosceva e di cui si fidava, le stavano somministrando della benzodiazepina, mischiandola nei cocktail. Dopo qualche tempo, come testimoniato dalle telecamere, la giovane ha iniziato a sentirsi male fino a perdere i sensi. Una volta svenuta, i tre l’hanno caricata in auto e l’hanno portata in un appartamento dove l’hanno violentata ripetutamente a turno.
La ragazza ha ricordi confusi della serata e dell’aggressione, ma è comunque riuscita a denunciarli e a riconoscerli: le prove fisiche, come il Dna sui suoi vestiti e le immagini delle telecamere, hanno fatto il resto, permettendo agli investigatori di ricostruire l’accaduto.
Dopo aver perso i sensi, la vittima è stata stuprata nel corso di tutta la notte: completamente intontita dalla droga, si è risvegliata per qualche momento intorno alle 5 e alle 10 del mattino. Al suo risveglio ha ricordi confusi, ma si sente male e ha dolori in tutto il corpo. I tre, che lei conosceva e di cui si fidava tanto da uscire per quella che doveva essere una serata normale, le raccontano che la sera prima aveva preso della cocaina, si era sentita male e che erano stati loro a salvarla.
La ragazza però non sta bene e si reca presso la clinica Mangiagalli dove viene visitata. Qui le viene riscontrata la violenza: le analisi del sangue confermano dosi massicce di una sostanza particolare, le benzodiazepine, a livelli oltre la soglia e pericolosi per la salute. Si tratta di una sostanza nota come la droga dello stupro, in grado di far perdere la memoria e indebolire la volontà.
I ricordi riaffiorano a poco a poco, anche se confusi, e i Carabinieri arrivano ai colpevoli, inchiodati anche da tracce del Dna sui vestiti della vittima, dai tabulati telefonici e dalle telecamere. “In un video si vedono chiaramente i tre mentre mettono la droga nel bicchiere”, ha spiegato il sostituto procuratore Gianluca Prisco che si occupa del caso con il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella.
“La vittima non solo è stata violentata ma anche umiliata: quando, l’hanno riaccompagnata a casa le hanno detto: ‘Hai esagerato con la droga e ti abbiamo dovuta salvare'”, svela Mannella. “Difficilmente dimenticherò questa vicenda”, ha aggiunto. “Il nostro impegno è costante – conclude Mannella – per i delitti ai danni delle donne, particolare attenzione è data alle situazioni in cui le donne vengono aggredite in strada, come fossero selvaggina”.
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