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La Storia dell’Arte fuori dai programmi degli Istituti professionali? Sembrerebbe di sì, dopo che il Miur, con una nota datata 19 aprile 2018, ha pubblicato le bozze degli orari del primo biennio degli Istituti professionali: nella nota non v’è traccia della materia, neppure per gli indirizzi come Industria e Artigianato per il made in Italy o Servizi culturali per lo spettacolo, per i quali invece sarebbe più che opportuna.
Lo slogan diffuso ai tempi dell’approvazione della legge sulla Buona Scuola – ‘Reintrodurremo la Storia dell’Arte nella scuola italiana! – sembra dunque totalmente smentito: la nota diffusa dal Ministero della Pubblica Istruzione sugli orari del primo biennio degli Istituti Professionali con le relative classi di concorso, parla chiaro: nessuna traccia della Storia dell’Arte.
La decisione ha suscitato la reazione di molti docenti, giustamente disorientati di fronte alla nota del Miur, data ‘l’assoluta mancanza di sensibilità e vision che i recenti governi hanno riposto nei confronti della nostra disciplina’.
La Storia dell’Arte è una materia fondamentale per certi indirizzi di studio, compresi i programmi degli Istituti professionali. Con questa premessa (ribadita tra l’altro da Vincenzo Trione che, in un intervento sul Corriere della Sera, ha sottolineato la ‘trasversalità’ di questa materia, ‘capace di disegnare i confini all’interno dei quali Storia, Letteratura, Filosofia, Cinema, Scienze e Religione entrano in dialogo’) è partito l’appello di un gruppo di docenti abilitati all’insegnamento della Storia dell’Arte i quali, in una lettera aperta pubblicata su Orizzontescuola, hanno ribadito l’importanza della materia e la necessità, da parte del Miur, di rivedere i programmi oggetto della nota diffusa lo scorso aprile.
‘Dall’approvazione della 107 ad oggi nulla è stato fatto per porre rimedio allo ”scippo” operato dalla Riforma Gelmini’, si legge nell’appello a firma degli Abilitati A54 Storia dell’Arte Istituti Superiori di Secondo Grado, nonostante le sollecitazioni in tal senso di personalità politiche e del mondo della cultura. Per questo, continua la nota, ‘rischia di diventare superfluo, faticoso e inutile, dover ribadire per l’ennesima volta l’importanza storica, semantica, economica, sociale, strategica, di una materia come la Storia dell’Arte, soprattutto in un Paese, come l’Italia, che possiede uno dei patrimoni artistici più importanti al mondo’.
‘La ridefinizione dei quadri orari degli Istituti professionali sarebbe stata perciò un’occasione non solo per un tentativo di sopperire a tutto questo, ma anche per ridare a questo tipo di scuole un profilo più completo’. La Storia dell’Arte fuori dai programmi degli Istituti professionali, dunque, significa non permettere ‘a questo tipo di scuole, un profilo più completo’, data la non introduzione di una disciplina che per sua natura è ‘insostituibile per completezza, versatilità e complessità. ‘Chiediamo perciò – l’appello finale – per l’ennesima volta di (RI-) pensarci.’