In merito alla tragedia di Guastalla del 2013 è stato arrestato Francesco Mango, titolare del furgone esploso causando 3 vittime.
Dopo il lungo iter giudiziario per indagare sulla morte di moglie, figlia e cognata del 64enne, oggi l’uomo è stato arrestato per incendio e omicidio colposo, con una reclusione di 5 anni e 8 mesi.
Torniamo a quel tragico giorno del 9 marzo 2013, quando il furgone rosticceria che sostava al mercato di Guastalla, prese fuoco causando la morte di 3 donne e ferendone gravemente altre 12 che erano nelle vicinanze e ancora altre persone in maniera lieve.
Ci troviamo in provincia di Reggio Emilia, in una zona adibita al mercato settimanale, che si tiene ogni sabato. Qui il 55enne Francesco Mango con la sua famiglia si recava abitualmente con il furgone rosticceria che ha preso fuoco quel giorno causando ingenti danni.
Sul posto intervennero diverse squadre dei Vigili del Fuoco e di soccorritori sanitari per trasportare i feriti in ospedale. Purtroppo per la moglie, la figlia e la cognata dell’uomo non c’è stato nulla da fare, le tre infatti sono morte a causa dello scoppio provocato da alcune bombole.
Una tragedia che scosse un tranquillo sabato mattina come tanti e che decimò la famiglia di venditori originaria di Matera.
Le donne rimasero letteralmente carbonizzate all’interno del furgone che prese fuoco nel corso della mattinata in piazza Repubblica.
Una piazza ricca di persone che passeggiavano fra i banchi del mercato e hanno raccontato agli inquirenti di aver sentito un rumore fortissimo, simile a quello di un terremoto. Oltre al veicolo che ha preso fuoco, l’esplosione interessò anche altri banchi nelle vicinanze.
I soccorritori giunti dall’Ospedale Maggiore con l’elisoccorso trasportarono gli ustionati in diverse strutture e una venne allestita in piazza per recuperare le salme lontano da occhi indiscreti.
Subito i sospetti si concentrarono sul titolare del furgone, Francesco Mango che all’epoca aveva 55 anni.
Le indagini sono andate avanti e davvero il titolare è risultato il responsabile dello scoppio che decimò la sua famiglia.
Ora dovrà scontare la pena di 5 anni e 8 mesi di reclusione per incendio e omicidio colposo, dopo che inizialmente era stato condannato per imperizia e negligenza nell’allestimento e nell’uso delle bombole usate per alimentare i forni per la preparazione dei cibi.
In particolare a bordo del furgone erano previste 3 bombole invece ce n’erano 4 dalle analisi, l’impianto no risultò essere a norma, con manutenzione non effettuata e parti usurate aggiustate con mezzi di fortuna.
L’uomo raccontò come già viveva la sua pena, incolpandosi ogni giorno per la morte della moglie Teresa, la cognata Bianca Maria e la figlia Rossana.
“all’epoca il lavoro andava bene ed ero molto felice di condividerlo con la mia famiglia. mi porterò questo dolore e senso di colpa per sempre”.
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