Durante l’incidente probatorio davanti ai giudici del Tribunale di Crotone arrivano nuovi e agghiaccianti novità in merito al naufragio di Cutro, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio scorso. Uno dei superstiti, ha raccontato che gli scafisti girarono dei filmati ai fini pubblicitari.
Il testimone, Rezappourmoghaddam Motjabu, interrogato davanti il pubblico ministero ha fatto delle importanti dichiarazioni circa la strage avvenuta al largo delle coste calabresi lo scorso febbraio, dove persero la vita 94 immigrati.
Nel corso dell’incidente probatorio sarebbero emersi nuovi particolari circa il naufragio di Cutro, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio scorso al largo delle coste calabresi, dove persero la vita 94 immigrati.
Uno dei superstiti, l’iraniano Rezappourmoghaddam Motjabu, ha fatto delle importanti rivelazioni al pubblico ministero, puntando il dito verso tre uomini, i quali li ha identificati come i 3 presunti scafisti, arrestati con l’accusa di essere alcuni dei responsabili alla guida del “Summer Love”: si tratterebbe del pakistano Khalid Arslan e dei turchi Sami Fuat e Gun Ufuk.
Secondo quanto raccontato dal testimone, gli è stato chiesto ai migranti di girare un video ai fini pubblicitari, come se mentre facessero la traversata si trovassero in una nave da crociera piuttosto che su un barcone, inneggiando verso colui sia stato l’organizzatore del viaggio, il trafficante che pare gestirebbe un’agenzia viaggi in Turchia.
Questi filmati sarebbero già in possesso dalla procura e inseriti nel fascicolo d’indagine.
Sono trascorsi quasi due mesi da quella notte dove persero la vita 94 migranti al largo delle Coste di Cutro. Durante l’incidente probatorio è stato interrogato uno dei superstiti, l’iraniano Rezappourmoghaddam Motjabu, il quale ha fatto delle importanti rivelazioni al pubblico ministero, Pasquale Festa.
Il superstite, non solo ha riconosciuto i 3 scafisti, puntando in aula il dito contro loro, ma ha anche raccontato di un dettaglio agghiacciante circa un filmato girato durante la traversata a scopi promozionali, come se il barcone fosse quasi una nave da crociera.
“Con una barca del valore di 20 mila euro, per guadagnare 1 milione di euro, avete ucciso donne e bambini. A chi rispondete per questo”.
Queste le parole pronunciate da Rezappourmoghaddam Motjabu in aula durante l’udienza preliminare davanti al giudice Michele Ciociola puntando il dito contro gli scafisti e raccontando di come fossero organizzati quest’ultimi.
Secondo le dichiarazioni del testimone, il programma era quello di lasciare i profughi qualche decina di metri dalla spiaggia, poco prima che sorgesse il sole, per poi ripartire con la stessa barca verso la Turchia, per un nuovo viaggio.
Purtroppo le condizioni meteo instabili, il mare forza 4, il problema con il motore e l’impatto con le secche ha fatto saltare in aria il programma degli scafisti.
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