Claudio Campiti, autore della strage durante la riunione condominiale a Fidene, resta in carcere per la convalida del fermo.
Il pluriomicida ha ucciso 4 donne e ferito altre 4 persone in quella che è stata definita un’azione dettagliatamente premeditata, in cui l’uomo ha rubato un’arma dal poligono di Tor di Quinto che frequentava da tempo.
Strage a Fidene
Si parla molto in questi giorni della strage compiuta dal 57enne Claudio Campiti durante una riunione condominiale a Fidene, in via Monte Gilberto.
L’episodio è avvenuto domenica mattina e secondo gli inquirenti, che hanno subito bloccato l’uomo, in attesa di convalida del fermo, sono diversi i motivi che fanno pensare a un gesto premeditato.
Il 57enne avrebbe fatto una sorta di tiro al bersaglio colpendo uno dopo l’altro diversi soggetti seduti al tavolo e mirando in punti vitali. Colti all’improvviso, i partecipanti alla riunione non hanno avuto scampo.
I Carabinieri hanno verificato la sua posizione fiscale, la quale risultava abbastanza critica nonostante avesse percepito un cospicuo risarcimento per la morte del figlio nel 2012.
Al momento dell’arresto, con sé aveva il passaporto che serviva per poi fuggire.
Il bilancio è stato da subito molto tragico, infatti sono morte 3 donne e da poco è stata confermata anche la quarta vittima, Fabiana De Angelis, deceduta all’ospedale Sant’Andra dove era giunta in gravi condizioni.
Molti anche i feriti ma cosa ha spinto l’uomo al gesto? Il bar dove si stava svolgendo la riunione era stato scelto dai condomini come sede ma intorno alle 10 il luogo si è trasformato nel teatro della tragedia.
Sono stati aggrediti anche i presenti seduti all’esterno del locale e altri clienti del bar. Ora si attende l’evolversi delle condizioni dei 4 feriti e intanto i Carabinieri continuano le indagini ma arriva anche in queste ore, la convalida del fermo per Campiti.
Le indagini e la convalida del fermo
L’uomo colpevole della strage è stato rintracciato quasi subito e i Carabinieri hanno ascoltato la versione di alcuni testimoni, una donna in particolare ha raccontato loro che il killer è entrato nella sala urlando e cominciando a sparare all’impazzata contro i presenti.
Ancora sono da chiarire le cause della sparatoria e mentre le forze dell’ordine si concentrano sul poligono di Tor di Quinto dove Campiti si è procurato illegalmente l’arma, è arrivata l’attesa convalida del fermo.
Secondo il gip, l’indagato non ha mostrato mai alcun segno di pentimento e potrebbe reiterare condotte sanguinarie.
Sembra che i rapporti di Campiti con il Consorzio residenziale “Valleverde” non fossero buoni e questo lo aveva portato a minacciare i residenti varie volte ma nessuno ovviamente pensava a un epilogo simile.
Secondo il giudice che segue il caso, il pluriomicida deve rimanere in carcere poiché è la misura al momento più adeguata per la gravità dei fatti. Il gravissimo episodio dell’11 dicembre è stato il culmine di una pianificazione.
Da tempo Claudio non partecipava più alle riunioni e covava un odio profondo verso il Consorzio e la premeditazione appare incontestabile, inoltre aveva pianificato anche di non fare ritorno a casa, infatti nei suoi zaini c’erano effetti personali e passaporto, inoltre per sua stessa ammissione l’uomo ha riferito di aver deciso di fuggire dopo il massacro.
Aveva con sé anche un coltello da sub, un coltello serramanico, un secondo caricatore e 170 proiettili. Senza pentimento, Campiti ha comunque ammesso le sue responsabilità sottolineando di essere esasperato dia comportamenti mafiosi che negli anni si erano verificati a suo danno da parte degli organi del Consorzio.
Le accuse a suo carico sono omicidio volontario plurimo aggravato e premeditato, nonché porto abusivo di armi.